My first Magazine Animazione Sociale | Page 26

soggetti che governano eletti da noi, venga dichiara- to per produrre consenso. Il consenso è fondamen- tale per governare, ma se il consenso è l’unica via mediante la quale si cerca di governare si afferma un rischio di conformismo. Viene in mente il Sigmund Freud di Ululare con i lupi: quando ulula il capobranco ulula tutto il bran- co, perché quando diciamo tutti la stessa cosa non diciamo più nulla. Democrazia è il luogo del par- lamento, del luogo dove la gente si parla. Hannah Arendt intervistata sul letto di morte alla domanda: «Ci dica, per lei che se ne è occupata tutta la vita, cosa è la democrazia?», risponde: «Parlatevi, con- tinuate a parlarvi». Il processo di approssimazione che deriva dalla capacità di parlarsi esige che consideriamo non il conformismo, non la fedeltà, come parole sodali con una condivisione praticabile, perché non risultano belle parole, ma «male» parole come si dice a Napoli, parole cattive. In quanto probabilmente abbiamo bisogno di lealtà, non di fedeltà, abbiamo bisogno di voce e, quindi, di contestazione e indignazione: ce ne vorrebbe di più di lealtà e voce, rispetto a certi fenomeni, più di quanto abbiamo bisogno di conformismo e consenso. Si capisce che stiamo procedendo come se ope- rassimo una selezione semantica, una falsificazione, come direbbe Popper, tentando di far rimanere in piedi della parola condivisione ciò che effettiva- mente può produrre. La condivisione porta a solitudine e rinuncia Certo, se così è, c’è un portato di solitudine che si presenta a noi, perché è chiaro che se, come dice Anna Achmatova, non è scontato che sem- pre il cuore possa battere sotto la mano di chi si ama, perché c’è un momento in cui anche chi amiamo ha bisogno di esprimere la propria autonomia e la propria libertà, senza per questo offende- re la nostra condivisione, allora è chiaro che, se amiamo la per- sona, proviamo la solitudine, ma risulta una operazione sana, ne- cessaria, se vogliamo che quella condivisione venga temperata alla temperatura della sua verifi- ca costante, se vogliamo che non divenga una ideologia, qualcosa di banale, di dato. Approssimarsi significa cercare vie del condividere, ma allo stesso tempo praticare l’esercizio di una relativa rinuncia, l’esercizio che porta ognuno a considerare che cosa deve mettere in gioco di se stesso o da dove arretrare. Si ripropone l’immagine dell’approssimazione. Cosa vuol dire «approssimarsi»? Vuol dire avvicinarsi, e quindi cercare vie del condividere, ma allo stesso tempo praticare l’esercizio di una relativa rinuncia, l’esercizio che porta ognuno a considerare che cosa deve mettere in gioco di se stesso o da dove arretrare, quale limite darsi, se si vuole generare