Manuali - I Quaderni della consapevolezza volume 1 | Page 17
Infatti la fisica quantistica afferma quindi che
non esiste una realtà oggettiva già definita.
In questa stupenda e semplice spiegazione viene
sottolineato come, la realtà, mostrasse situazioni
già in esistenza, che tuttavia non venivano percepite, nonostante che fossero già lì. Solo quando la coscienza si amplia, si diventa in grado di
percepire, quindi di integrare, con aspetti che
prima erano invisibili. Così facendo, questi,
diventano improvvisamente reali per noi e creano una realtà diversa, perché vi si sono integrati
nuovi aspetti che l'hanno ampliata e magari
anche modificata.
È un po' come se noi vivessimo in una realtà le
cui infinite possibilità non abbiamo ancora
imparato a percepire e individuare. E nonostante il fatto che ciò che noi vediamo di questa realtà ci appaia isolato l'uno dall'altro, a un livello
subatomico però, le singole parti, apparentemente separate, sono profondamente interconnesse.
Ebbene, proprio questa indicazione ha permesso poi di arrivare a un'altra teoria, conosciuta col
nome degli "universi-realtà paralleli", che afferma come ogni singolo istante della nostra vita
ha come possibile sviluppo un numero infinito
di possibilità, che già però coesistono simultaneamente. In base a ciò sui cui si focalizzerà la
nostra coscienza, noi vivremo consapevolmente
ora l'una ora l'altra possibilità, intanto che le
altre, però, continueranno a esistere in potenza,
perché in ogni singola parte sta sempre e
comunque racchiuso il tutto, anche se non se ne
è consapevoli!
Un po' come la biglia fatta rotolare sulla sabbia
che, quando la si guarda (cioè si focalizza l'attenzione) lascia l'impronta, mentre quando non la si
osserva non lascia alcuna impronta.
Ovvero la realtà passa in continuazione da uno
stato di essere materia, ovvero di particella, a
uno stato di onda, quindi uno stato di invisibilità e immaterialità. Ciò che fa la differenza, che
fa, cioè, "precipitare" nella materia la situazione,
è la nostra coscienza.
Questa focalizza l'attenzione-convinzione e trasforma in visibile, ovvero materia, ciò che fino a
prima era in uno stato di infinite possibilità.
Tale teoria convalida una volta di più come la
consapevolezza sia ciò che, in effetti, crea la
nostra realtà.
IL
Questa frase mi è stata inviata in redazione così come
l'avete letta ora, senza nessun'altra aggiunta, e mi è
piaciuta molto. Sconcertante per la sua semplicità
lapidaria, è l'acutezza dell'osservazione.
L'originalità spesso non è il risultato di un'interiorità
che si esprime in modo particolare ma piuttosto una
semplice moda che non ha nulla a che fare con l'originalità di pensiero e di stile di vita. Troppo spesso
siamo massificati e semplicemente imitiamo dei personaggi che affascinano il nostro visionario collettivo.
Diventiamo dei meri commedianti. La movenza, la
cadenza del parlato, l'aspetto fisico - determinato
dalla scelta di certi capi di vestiario piuttosto che
altri... - tutto concorre a creare la coreografia desiderata.
Ma cosa è, in definitiva, ciò che continuiamo a
chiamare coscienza? Proprio l'altro giorno ho
sentito una definizione che considero estremamente chiarificatrice di un concetto che, altrimenti, richiederebbe diverse parole, anche difficili, per spiegarlo. Questa ottima interpretazione
diceva così: mettet