Manuali - I Quaderni della consapevolezza volume 1 | Page 18

Voi date ai vostri discepoli non la verità, ma soltanto la copia della verità; essi saranno eroi in tante cose e non avranno imparato nulla; appariranno omniscenti e in genere non conosceranno nulla." È quanto mai utile vedersi rispecchiati dagli stranieri che scrivono di noi - affascinati, intrigati ma anche sconcertati dai nostri atteggiamenti e dalle nostre incongruenze, gli stranieri, che spesso amano il nostro Paese, cercano di capirci e ci studiano, come lo si potrebbe fare con degli alieni. E non c'è che dire, i nostri comportamenti sono, a volte, veramente particolari. Siamo il Paese dello spettacolo; se si considera che, secondo le statistiche dell'Unesco, i 2/3 degli oggetti d'arte visiva occidentale si trovano in Italia, forse si comprende perché lo spettacolo, o come dice l'autore William Ward, "la bella figura" sia così importante. È arrivata a tali livelli di rilievo che la forma è più curata del contenuto! E così torniamo ai salmoni della citazione del nostro lettore. Tuttavia, sono però convinta che molti dei nostri lettori non facciano i "salmoni" solo per essere uguali agli altri. Penso che la coscienza si stia veramente risvegliando, è un bel lavoro che ci spetta, ma in molti lo stanno già affrontando. L A R E A LT À C H E C O N T I E N E … Platone ha molto attaccato il modo, che stava sempre più diventando consetudine, per comunicare la conoscenza attraverso la poeticizzazione. Questa, infatti, permetteva sì una memorizzazione più facile del testo, pur tuttavia rendeva meno consapevolmente partecipe colui che la acclamava. Ma così è andata la storia e la memoria collettiva di questa nostra epopea umana che, in definitiva, per amore della forma (l’elegante metrica del poema) ha sacrificato la sostanza, o meglio la partecipazione attiva e personalmente cosciente alla formulazione della conoscenza. Una volta, nelle società prealfabetiche, l’orientamento sensoriale era determinato dall’udito. Si stava in ascolto: dentro e fuori. L’ascolto interiore permetteva la rielaborazione dei contenuti, per farli propri, dove questi si dimostrassero accettabili e validi per la propria vita. L’ascolto interiore permetteva di percepire e individuare la propria realtà, da confrontare con quella esterna che, costantemente, si relazionava alla propria vita. In altre parole la consapevolezza era più presente. Certo, probabilmente si trattava di una coscienza più semplice, pur tuttavia presente a se stessa. C I Fu Bohm che verso il 1947 scopre che i movimenti apparentemente casuali dei singoli elettroni producevano di fatto dei risultati globali altamente organizzati e sinergici tra loro. Interi "oceani" di particelle si comportavano come se sapessero cosa altri incalcolabili numeri di particelle da loro separate stessero facendo, così da trovare, da entrambe le parti, un modo finale di divenire sinergiche tra loro. Questa scoperta gli fece dedurre che esiste una realtà più profonda, un nuovo genere di campo non ancora misurabile, che contiene tutte le realtà, sia quelle rese a noi visibili, sia quelle non ancora - o magari mai - visibili. Bohm chiamò questo nuovo campo che aveva ipotizzato il "potenziale quantistico" teorizzando che esso pervade l'intero spazio con la stessa intensità, che non diminuisce anche se a prima vista, a noi limitate creature cieche al tutto, appare distante e non presente… LA CONSAPEVOLEZZA Platone, nel suo "Fedro", così scriveva: "La scoperta dell’alfabeto creerà la dimenticanza nell’anima dei discenti, poiché (...) si affideranno ai caratteri scritti esterni, dimenticando se stessi. (...) 16 Alla possibile domanda "E tu chi sei?", quanti di noi saprebbero rispondere come Alice: "Io, non saprei dirlo al momento, signore. Cioè, so chi ero al momento di alzarmi dal letto stamattina, ma credo di essere cambiata diverse volte da allora." Ovvero, quanti di noi sono in grado di percepire gli innumerevoli cambiamenti che avvengono in noi in questo nostro continuo interagire con l’esterno? Credo pochi, ed è questo il dramma! Se non c’è consapevolezza veniamo divorati dagli eventi. In un mondo dove sempre più si snoda la subitaneità, i modelli di questa società, fondata sulla forma non sono però più possibili.