Magazine ObbiettivoNatura Nr.2 GIUGNO | Page 25

vano dalla neve ghiacciata. Il vento stava aumentando molto, temevo che stesse diventando pericoloso. Il crinale verso la parte toscana è veramente a strapiombo e si faticava a stare in equilibrio da tanto vento c’era. Ci siamo diretti verso i car-telli nella Sella, che sbucavano dalla neve circa 50 cm.

Il vento era insopportabile, mi guardavo attorno in cerca di un riparo temporaneo, mancava un’ora all’alba, non volevo ri-nunciare ma sapevo che in quella zona non c’è riparo alcuno dal vento. Ormai avevamo abbandonato l’idea di salire fi-no sulla vetta del Marmagna, troppo vento, troppo pericoloso. La salita è trop-po ripida per essere affrontata in sicu-rezza, in quelle condizioni meteo. Basta una svista, che con la neve così ghiaccia-ta corri il rischio di scivolare e trovarti di sotto. L’abbigliamento che avevo scelto teneva alla grande, non avevo il minimo freddo, soltanto il piede destro e le dita delle mani, che a tratti mettevo a con-tatto del corpo per scaldarle. Ho pensato che fosse un lusso in quelle condizioni, non avere freddo. Mi sentivo bene e non volevo abbandonare l’impresa di essere lì, all’alba, e ritrarre quella bellezza si-lenziosa. In quei momenti mi sono ve-nute alla mente le parole di mio padre, quando ero un ragazzino: stai attento, la montagna non perdona, se non ti senti sicuro e certo, torna indietro, non vale mai la pena rischiare oltre. C’era vera-mente tanto vento, solo dopo sono venuto a sapere che eravamo a -12°. Ci siamo rannicchiati a terra, convinti di poter aspettare l’alba lì. Mi guardavo at-torno, da un lato, in lontananza, il Golfo di La Spezia (in condizioni meteo favo-revoli si vede la Corsica come fosse a portata di bicicletta), dall’altro la pianura di Parma.

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