Magazine ObbiettivoNatura Nr.2 GIUGNO | Page 26

La linea rossa dell’orizzonte faceva presagire una luce che prima o poi sa-rebbe arrivata. Presi la 5D3, ho tentato di fare qualche scatto alla linea del cri-nale che si stagliava nel cielo stellato. C’era veramente tanto vento. Non riusci-vo a mettere a fuoco, vedere in Live View non era praticabile e col mirino prati-camente impossibile. Mettevo a fuoco spostando la ghiera dell’obiettivo, ten-tando di leggere la distanza corretta. Nelle lunghe esposizioni è essenziale che la fotocamera rimanga ferma im-mobile. Il vento era troppo. Tenevo il treppiedi spinto nella neve a forza per contrastare la forza del vento, durante gli 8 secondi di esposizione.

L’alternativa era non scattare. Guardai alla mia destra Marco, che durante la sa-lita aveva avuto problemi di crampi, ran-nicchiato a terra. Sono andato ad as-sicurarmi che stesse bene. In quel momento ho realizzato che sarebbe sta-to troppo pericoloso continuare a stare lì, in quelle condizioni, soltanto per a-spettare l’alba. Quando c’è così tanto vento, basta una folata improvvisa che perdi l’equilibrio, si fa fatica a parlare, la voce non si sente e devi urlare. Allora ho urlato a Marco: <Andiamo giù! E’ troppo pericoloso!>. Amaramente siamo scesi appena sotto la Sella, il vento sembrava si fosse calmato all’improvviso, tanto da lasciar spazio al pensiero di risalire sul crinale. Sapevo era un’illusione, che era solo la delusione di aver abbandonato a far nascere quei pensieri, se fossi risalito avrei ritrovato lo stesso folle vento.

Lì sotto, tra la Sella del Marmagna ed il Monte Aquilotto, abbiamo ritratto l’alba rosea, che spuntava alle nostre spalle e dipingeva di rosa prima le vette e poi gradualmente il fianco dei monti, met-tendo in evidenza le sculture che crea il vento nella neve gelida, cancellando ogni testimonianza di passaggio e di

fatica, rendendo tutto soltanto un ricordo nelle nostre menti. E questo è uno dei motivi per i quali la fotografia è im-portante: la testimonianza di un qualcosa che è avvenuto. Il tutto sicuramente en-fatizzato dalla fatica che avevamo sop-portato. Dal freddo e a tratti anche dalla paura.

Ho messo la macchina in priorità di dia-framma (programma Canon Av), ISO au-tomatici (uso l’impostazione D+ di canon – priorità alte luci), sovraespongo di 2/3 di stop, metto a f8 e scatto.

26