Magazine ObbiettivoNatura Nr.2 GIUGNO | Page 13

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Requisito essenziale per fare ottenere questi effetti è l’utilizzo del treppiede, che permette di allungare i tempi di es-posizione pur mantenendo la stabilità degli elementi statici come, ad esempio, rocce ed alberi.

Capita però che, in presenza di luce diur-na, il solo treppiede non sia sufficiente per ottenere tempi di esposizione nel-l’ordine di secondi o minuti. Anche in questo caso, le nozioni apprese nei corsi base di fotografia ci tornano utili: sap-piamo che, per allungare i tempi di e-sposizione, dobbiamo diminuire la sen-sibilità ISO e chiudere il diaframma; per andare “fuori scala” occorre però che la luce che colpisce il sensore sia ancora minore e per fare questo si devono u-tilizzare i filtri Neutral Density, vale a dire particolari filtri da montare sull’obiettivo che servono per fare arrivare al sensore molta meno luce di quella effettiva-mente presente.

I filtri ND possono essere del tipo “a vite” oppure “a lastra”; i primi si avvitano di-rettamente all’obiettivo e sono una so-luzione più economica; i secondi vanno montati su un apposito holder e sono più costosi ma offrono anche maggiore fles-sibilità e comodità.

L’intensità dei filtri ND, vale a dire la misura della quantità di luce che viene “sottratta” al sensore, è indicata da un numero: ad esempio ND8 toglie 3 stop di luce (2^3), ND64 toglie toglie 6 stop di luce (2^6): più alto è il numero, maggiore è la quantità di luce persa e, di conse-guenza, più lunghi saranno i tempi di esposizioni ottenibili.

L’utilizzo pratico di un filtro è abbastanza semplice e si può sintetizzare con questo workflow:

1 - Composizione della scena senza filtro; dovremo ottenere una corretta espo-sizione utilizzando la modalità “Priorità di Diaframmi”: questo step è fonda-mentale perché l’esposimetro funziona in maniera corretta solo per tempi di e-sposizione fino a 30 secondi.

Tellaro (SP) Esposizione 82 secondi