Magazine ObbiettivoNatura Nr.2 GIUGNO | Page 12

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lunghe esposizioni con i filtri n.d.

di Christian Saccani

opo aver frequentato il corso base di fotografia, in molti siamo stati

indottrinati a scattare a mano libera, ri-spettando i tempi di sicurezza per ot-tenere una foto perfettamente a fuoco e con il soggetto assolutamente “con-gelato”. Ma si sa, col crescere della pas-sione per la fotografia, tutti cerchiamo di migliorare e il modo più efficace per farlo è osservare i lavori di fotografi più e-sperti, rimanerne affascinati e cercare d'imitare quelli che ci ispirano di più.

In particolare, credo di non sbagliare più di tanto ad affermare che una gran parte dei fotografi di paesaggio rimane colpita dalle foto in cui il mare, normalmente in-crespato, sembra essere fermo e setoso oppure da quelle in cui le nuvole sem-brano muoversi.

Questi effetti sono quasi l’opposto di quello che ci è stato insegnato nei corsi base di fotografia ma ciò che ci è stato insegnato torna comunque utile per cercare di realizzare immagini creative e suggestive come quelle di cui stiamo parlando. Sappiamo tutti che una corretta esposizione (=esposimetro a zero) è data da un adeguato mix di apertura del diaframma, tempo di esposizione e sensibilità ISO; il pa-rametro “proibito” su cui intervenire è il tempo di scatto: impostandolo non più dalle parti di 1/100s, ma spingendosi a tempi oltre il secondo si iniziano ad in-travedere effetti creativi interessanti: ad esempio, l’acqua di una cascata non sem-bra più statica ma assume una texture setosa e il movimento risulta enfa-tizzato.

Manarola (SP) Esposizione 212 secondi

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