MAGAZINE 7 MAGGIO RIVISTA DEFINITIVA 7 MAGGIO | Page 5
Quando GRANDI UOMINI muoiono…
LE LORO IDEE
CAMMINANO
SULLE GAMBE
DI ALTRI UOMINI
E’ nostro dovere ricordare
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
“E' morto, è morto nella sua Palermo, è morto fra le
lamiere di un' auto blindata, è morto dentro il tritolo che
apre la terra, è morto insieme ai compagni che per dieci
anni l' avevano tenuto in vita coi mitra in mano. E' morto
con sua moglie Francesca. E' morto, Giovanni Falcone è
morto. Ucciso dalla mafia siciliana alle 17,58 del 23
maggio del 1992. La più infame delle stragi si consuma
in cento metri di autostrada che portano all' inferno.
Dove mille chili di tritolo sventrano l' asfalto e scagliano
in aria uomini, alberi, macchine. C' è un boato enorme,
sembra un tuono, sembra un vulcano che scarica la sua
rabbia. In trenta, in trenta interminabili secondi il cielo
rosso di una sera d' estate diventa nero, volano in alto le
automobili corazzate, sprofondano in una voragine,
spariscono sotto le macerie. Muore il giudice, muore
Francesca, muoiono tre poliziotti della sua scorta. Ci
sono anche sette feriti, ma c' è chi dice che sono più di
dieci. Alcuni hanno le gambe spezzate, altri sono in fin di
vita. Un bombordamento, la guerra. Sull' autostrada
Trapani- Palermo i boss di Cosa Nostra cancellano in un
attimo il simbolo della lotta alla mafia. .
(Riportato uno stralcio dell’articolo di Attilio Bolzano
il giorno dopo la strage di Capaci.)
Credo che dopo anni dal tragico evento non ci sono più
parole per parlare di quello che è stato ………
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