LUCE estratti Luce 327_Calatroni_Franco Raggi | Page 4

Torri On-Off, Luceplan, 1985 ¶ INCONTRI Franco Raggi Per me, la luce è l’ombra di Andrea Calatroni P er LUCE ho incontrato Franco Raggi, maestro gentile dell’architettura e del design italiano. Abbiamo parlato di luce, design e rapporti umani. E di Milano, sua città di nascita e di vita. Iniziamo con le presentazioni. Chi è Franco Raggi? E cos’è per lui la luce? Alla prima domanda rispondo che sono un architetto, forse un artista e per caso un designer. Alla seconda domanda non posso rispondere, la luce è quella che ognuno vuole che sia, per me è l’ombra. La vedo più in negativo che in positivo, la vedo come qualcosa che si deve manipolare, filtrare o cambiare, gestire e trasformare. La luce in assoluto non c’è. Esistono infinite luci, quella del Mediterraneo, quella di un prato di neve senza sole, quella di un bosco, quelle artificiali, quella della luna, ecc. Le luci sono delle atmosfere, costruirle consapevolmente è il mestiere dell’architetto - oggi lo chiamano lighting designer. E secondo me, questo deve aver poco a che vedere con gli standard illuminotecnici, le quantità e le normative. Mi piacerebbe fondare un movimento contro le normative, per liberarci da prescrizioni dimensionali che servono solo a proteggerci da noi stessi e dalla nostra distrazione. Dovremmo imparare a conoscerci e a conoscere i nostri limiti, e forse non ci sarebbe più bisogno di normative. Alla luce non ho mai pensato se non come conseguenza, quando ho iniziato a disegnare lampade le ho sempre progettate dal punto di vista emozionale. Ho concepito degli oggetti che raccontassero delle storie; che fossero delle lampade, una valigia o un vaso, un’installazione di luce o una casa, poco importa. Fontana Arte, Artemide, Barovier&Toso e Luceplan. Com’è stato collaborare con queste grandi aziende? Principalmente ho collaborato con Fontana Arte e Barovier&Toso. Per Artemide ho progettato INTERVIEWS / LUCE 327 79