LUCE estratti LUCE 325 _Ferrari_Il MAN di Madrid | Seite 5
e su una visione chiara degli obiettivi da
raggiungere. I lavori contemporanei hanno
avuto lo scopo di modernizzare l’istituzione,
in risposta alla domanda di nuovi servizi
pubblici e di un nuovo impianto espositivo.
Per la nostra ristrutturazione abbiamo pensato
di mantenere invariato l’edificio neoclassico
originale, utilizzandolo come punto di
partenza e parte integrante delle aggiunte.
Sono convinto non si debba mai cadere
in una visione nostalgica del passato, e che
in epoca contemporanea sia necessario
potenziare il valore e il carattere di un edificio
antico creando nuove relazioni spaziali
e aggiungendo nuovi corpi di fabbrica”.
Ci sono voluti oltre sei anni per giungere
al risultato finale. Il maggior punto di forza
del nuovo MAN è senza dubbio la migliore
fruibilità degli spazi da parte dei visitatori.
È stata attribuita un’importanza fondamentale
alla zona del patio interno, trasformata
in un’area chiusa a doppia altezza attraverso
l’installazione di una copertura in vetro
trasparente che lascia passare copiosa la luce
naturale. Qui si trovano alcuni dei pezzi
più importanti della collezione del MAN,
soprattutto opere scultoree; queste possono
essere così osservate da più angolazioni,
compresa una vista “panoramica” dalle
gallerie dei piani più alti che si affacciano
proprio sul cortile.
La circolazione interna e i flussi sono stati
notevolmente migliorati attraverso l’aggiunta
di collegamenti verticali e, oltre l’ingresso
principale, è stata creata una vasta area
di accoglienza in cui vengono organizzati
eventi al pubblico. Il secondo piano,
originariamente occupato per intero dalla
Biblioteca Nazionale, è stato trasformato
in spazio espositivo e spazio privato per chi
lavora all’interno dell’istituzione.
Continua l’architetto Frade: “Abbiamo fatto
in modo che l’intervento non risultasse alieno
rispetto alla storia dell’edificio; l’architettura
contemporanea può essere utile a potenziare
lo spirito più autentico del passato, a volte
creando un dialogo, altre scommettendo
su contrasti evidenti”.
Per la ristrutturazione e l’ampliamento,
i progettisti hanno scelto di usare pochi
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materiali, selezionati in modo da rispettare
i dettami del vincolo di tutela che dal 1983
protegge l’edificio neoclassico.
Marmo travertino, tarimas de merbau
(un’essenza lignea, N.d.R.) e legno di quercia,
solo per citare i più sfruttati. Dal punto
di vista museografico Frade Arquitectos
ha lavorato in modo che ci fosse la massima
flessibilità possibile. L’individuazione
di due uniche famiglie di espositori
in tutto il museo va proprio in questa
direzione e rende più facile un’eventuale
riorganizzazione dei percorsi.
Un ruolo fondamentale nel nuovo MAN
è giocato certamente dall’illuminazione,
realizzata dal team di Frade e dal lighting
designer Toni Rueda. I prodotti sono stati
forniti dall’azienda Erco.
Un focus dettagliato è senza dubbio
necessario per capire lo studio alla base
dell’illuminazione delle sculture. Le opere,
oggi esposte nel patio, sono osservabili
da tutte le angolazioni e i visitatori possono
indugiare per osservarne i dettagli.
La luce modifica la percezione delle statue,
aggiunge sfumature alle pietre, modella
panneggi e volti. In questo senso, una
calibrata miscela di luce naturale e artificiale
è stata valutata come il miglior compromesso.
I proiettori sono installati lungo il perimetro
del patio e opportunamente orientati
verso i manufatti.
Ci sono poi pezzi che, in virtù della loro
unicità, sono trattati con particolare
attenzione. Tra questi il fiore all’occhiello
del MAN, la Dama di Elche, un busto di donna
risalente al II secolo a.C. Questa è “messa
in scena” da tre faretti Optec di Erco, due
dei quali collocati su ciascun lato della Dama
con ottica spot, mentre uno illumina l’opera
dal retro in una sorta di controluce con ottica
wide flood. La tonalità cromatica bianca calda
dei Led a 3000K accentua il colore della pietra
calcarea, mentre il gioco di luci e ombre
definisce nettamente i contorni del busto.
Gli occhi orientati verso il basso sono
leggermente in ombra, le palpebre appaiono
molto luminose, creando un’espressione
viva e moderna. In generale, l’intera
esposizione vive di diversi momenti, di luci
che risultano più o meno puntuali,
di intensità che variano.
A seconda della grandezza e della superficie
dei pezzi d’esposizione, per ogni ambiente
espositivo è definito un livello di
dimmerazione adeguato.
La flessibilità dell’impianto di illuminazione
– risolto con i proiettori e i wallwasher con
lente Optec da 12W con flusso pari a 1260lm
e i proiettori Logotec sempre di Erco da 12W
con flusso pari a 1260lm, entrambi con Led
in tonalità cromatica bianca calda da 3000K
– deriva da tre fattori: gli apparecchi sono
fissati su binari elettrificati con possibilità
di ricollocare gli stessi a seconda delle
esigenze, le lenti Spherolit possono essere
sostituite senza necessità di attrezzi,
modificando con facilità i fasci luminosi,
mentre l’estetica discreta dei corpi degli
apparecchi non interferisce con l’architettura.
Per i pezzi più piccoli, in accordo con la
tipologia del materiale e le caratteristiche
dei manufatti, sono stati impiegati
accorgimenti speciali che ne esaltano le
finiture o la volumetria. Particolare attenzione
è stata posta alla scelta delle sorgenti per
evitare la degradazione dei pigmenti di colore
e per ottenere una resa cromatica eccellente.
All’interno delle teche espositive gli
apparecchi sono stati collocati in modo
da evitare fastidiosi riflessi sui vetri, ombre
o abbagliamenti.
Il sistema comprende differenti tipi di
sorgenti: fluorescenti all’interno delle teche
o dietro i pannelli semi-trasparenti, dicroiche,
fibre ottiche e Led. Per la luce d’ambiente
delle sale sono stati installati una serie
di corpi illuminanti nella parte alta delle
pareti o nel controsoffitto.
Attraverso un sistema di controllo elettronico
la luce artificiale si combina con quella
naturale, mantenendo costanti i valori
di illuminamento al variare delle condizioni
meteorologiche: la percezione è dunque
costante in tutte le stagioni, sia nei giorni
di pioggia con nuvolosità accentuata,
sia nei giorni sereni.
Un lavoro finissimo per un progetto
concepito per durare nel tempo senza
perdere di attualità.