LUCE estratti LUCE 323 _ Calafiore _ Max Mugnai | Page 5
Assassina di Franco Scaldati, riduzione e regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi
di emozionarsi e divertirsi. La luce è un mix
di matematica e poesia.
In che modo ti sei confrontato con la regia
e la scenografia dello spettacolo teatrale
Assassina di Randisi e Vetrano?
La scena di Mela Dell’Erba è stata molto
stimolante, perché pur essendo molto
definita, precisa e ricca di particolari, ha la
capacità di essere altro. Lo spettacolo si
svolge nel corso di una notte, ma ci sono
diversi momenti di astrazione: il teatro è in
grado di trasportarti fuori dal tempo e
dallo spazio, e le luci sono il più valido aiuto
per raggiungere questo scopo.
Com’è nata l’idea del ritratto dei genitori
dei protagonisti, che appaiono sul fondale
dal nulla, illuminati da una luce calda
e pastosa come all’interno di una pittura
di Jusepe de Ribera?
Nel testo di Scaldati i genitori erano in una
foto incorniciata; l’idea di metterli in un
quadro è nata da Enzo Vetrano e Stefano
Randisi, mentre la cornice è stata immaginata
da Mela. A me, il compito di trovare il modo
di dare risalto alla cornice e il divertimento
di farli apparire in chiaro scuri e tagli.
Sei il lighting designer di lungo corso della
compagnia Fortebraccio Teatro, quali sono
gli elementi estetici e tecnici che al meglio
hai sviluppato collaborando stabilmente
a fianco di Roberto Latini, regista e anima
della compagnia?
Quello che ho imparato lavorando con
Roberto è che il teatro è qualcosa di vivo.
La trasformazione è inevitabile e necessaria.
Uno spettacolo cresce e si trasforma con noi,
pur rimanendo sé stesso. Non bisogna
affezionarsi, avere la capacità di lasciare
andare quello che c’è servito ma che non
funziona più, per dare nascita al nuovo.
Ritratto di
Max Mugnai
portrait
Oltre a progettare e allestire le creazioni
di Latini, segui le tournée della compagnia.
In cosa si traduce quest’aspetto nella pratica
MAGIC LANTERN / LUCE 323
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