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1 | Roca Sanitario, S.A., Barcelona, Spain, 2009 OAB Office of Architecture Barcelona 2 | BD Barcelona Design, Barcelona, Spain, 2011 Tusquet i Clotet Architects 3 | Estacion L9 Ciudad Aeropuerto, Barcelona, Spain, 2012 Alonso Bolaguer Arquitectos 4 | Lagares Showroom Olot (Girona), Spain, 2009 RCR Architects 3 2 4 Sicurezza e visione ottimale sono temi importantissimi anche in ambito pubblico. Come avete lavorato per la L9 Airport Station? Quali valori sono stati mantenuti? C’è qualche soluzione particolare che avete adottato? Nella L9 Airport station abbiamo lavorato con livelli di uniformità molto alti e livelli di illuminamento di 300lx medi. Il layout è molto ordinato e lineare, per seguire l’architettura e rendere lo spazio facilmente leggibile e percorribile anche dai passeggeri che vi transitano per una sola volta. Un elemento particolare è la grande parete retroilluminata, per la quale abbiamo adottato una soluzione con luce indiretta che illumina un setto laterale e per riflesso crea una grande uniformità su tutta la superficie. Questo dettaglio ci ha permesso di limitare moltissimo il numero di apparecchi installati, aumentando così l’efficienza energetica e riducendo considerevolmente i costi di futura manutenzione. Come studio avete disegnato anche dei prodotti, ad esempio il proiettore Palco di iGuzzini. Come lo avete concepito? Per quale esigenza progettuale è stato studiato e quali sono i suoi plus? Palco fu disegnato per il progetto del Musée Soulages (RCR Arquitects) e si ispira alla luce nelle opere d’arte pittoriche che ovviamente è dipinta, quindi generata da un pennello. La forma di Palco è nata da qui. Si tratta di un proiettore in grado di generare la luce con un tratto preciso e controllato e tirar fuori la luce intrinseca dell’opera. È un elemento semplice, dalle linee pulite, senza elementi tecnici a vista. Palco è ora disponibile in una famiglia estesa che va dal micro, per applicazioni museali e di retail, al più grande per esterni. Si tratta di un esempio di un prodotto concepito per un progetto specifico e poi diventato parte del catalogo dell’azienda, che molto professionalmente ci ha assistito e supportato durante tutte le fasi di ideazione. Ritenete che negli ultimi anni ci sia stata una maggiore presa di coscienza relativa all’importanza dell’illuminazione? Mi piacerebbe poter rispondere a questa domanda con un “sì” convinto. In generale, credo ci sia una maggiore attenzione rivolta alla professione del lighting designer non tanto perché se ne riconosca l’importanza e il valore, ma piuttosto perché l’utilizzo delle ultime tecnologie richiede una conoscenza specifica nel campo dell’illuminotecnica. Purtroppo, nell’area mediterranea, un lighting designer è tuttora considerato come un surplus e non come una delle figure professionali essenziali per un progetto architettonico o urbano. Per esperienza personale, sono gli altri professionisti, architetti, interior designer, paesaggisti, che danno valore alla presenza di un progettista illuminotecnico nel loro team di progettazione e lo propongono al cliente. A cosa state lavorando in questo momento? Siamo in un periodo molto interessante e stimolante in quanto stiamo lavorando a una serie di progetti di tipologie molto diverse fra loro, che spaziano da un resort con aree esterne e interne alle cantine di un’importante azienda vinicola, da uffici aziendali a una galleria d’arte privata, dal restauro di un edificio storico andato parzialmente distrutto durante un incendio a un nuovo flagship store di accessori di gioielleria e moda. Come si può capire non siamo specializzati in un settore progettuale specifico, qualsiasi sia l’elemento architettonico o urbano da illuminare il nostro approccio alla progettazione illuminotecnica è sempre lo stesso: “shaping the light”, dar forma alla luce. INTERVIEWS / LUCE 320 27