L'Installatore Italiano Feb/Mar 24 | Page 46

Quando si comprime un gas , questo si riscalda e , a seconda del rapporto di compressione e natura del refrigerante , si possono avere temperature particolarmente elevate tali da danneggiare l ’ olio lubrificante . Per risolvere il problema occorre spezzare la compressione in due parti raffreddando il gas nel passaggio tra il primo e il secondo stadio di compressione . Infatti , la compressione in due o più stadi permette di raggiungere temperature particolarmente basse pur utilizzando l ’ aria come fluido di smaltimento del calore di condensazione .
IMPIANTI

La compressione in due o più stadi

Quando si comprime un gas , questo si riscalda e , a seconda del rapporto di compressione e natura del refrigerante , si possono avere temperature particolarmente elevate tali da danneggiare l ’ olio lubrificante . Per risolvere il problema occorre spezzare la compressione in due parti raffreddando il gas nel passaggio tra il primo e il secondo stadio di compressione . Infatti , la compressione in due o più stadi permette di raggiungere temperature particolarmente basse pur utilizzando l ’ aria come fluido di smaltimento del calore di condensazione .

ANDREA VERONDINI

Per ogni binomio olio – refrigerante esiste una temperatura oltre la quale non è possibile andare se non si vuole incorrere in un degrado del lubrificante che , inevitabilmente , produrrebbe grossi danni al compressore . Occorre evidenziare , inoltre , che le temperature che possiamo registrare sulla tubazione dello scarico del compressore , sono sempre più basse di 10 K ÷ 30 K rispetto a quelle prodotte dentro alla camera di compressione e ciò è principalmente dovuto dalla ventilazione supplementare installata sulla testa del compressore e consigliata dal costruttore della macchina che smaltisce , immediatamente , parte del calore prodotto . La bassa densità del gas aspirato , assieme all ’ alto rapporto di compressione , determina un calo del rendimento volumetrico di questo ciclo , il che richiederebbero una grande cilindrata il cui costo non sarebbe sempre giustificato . Tanto per citare un esempio , possiamo considerare l ’ anidride carbonica ( R744 ) a una temperatura di evaporazione di -25 ° C , una temperatura del gas aspirato a + 5 ° C e con una condensazione di + 15 ° C , la temperatura allo scarico supera già , abbondantemente , i 110 ° C diventando , pertanto , una condizione limite per qualsiasi altro innalzamento della temperatura di condensazione . Per mitigare una simile condizione , si potrebbe inserire , in aspirazione , un ’ iniezione di refrigerante così di ridurne la temperatura in ingresso al compressore ma , comunque , ciò comporterebbe un calo dell ’ effetto frigorifero utile imponendo un ulteriore aumento del volume generato dal compressore ovvero della cilindrata . Un modo per ridurre il problema , è quello di scegliere un altro refrigerante avente caratteristiche di pressione – temperatura , nel campo del vapore surriscaldato , differenti tali da generare minori incrementi di temperatura a parità d ’ incremento della pressione . Anche questa strada , però , può presentare limiti di altra natura come una minore efficienza rispetto ad altre soluzioni o a restrizioni di carica ecc . A questo punto esiste anche un ’ altra soluzione che dovrà essere , comunque , vagliata di volta in volta e che consiste nello spezzare la compressione in due

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