LIBERAMENTELIBRANDO La licenza | Page 13

togliere voti alle altre liste; così alla fine al Comune venivano eletti consiglieri di opposizione per modo di dire). Quelli, a sentire quell’ira di Dio, si erano comportati come sempre, in quelle occasioni: avevano chinato il capo e aspettato con santa pazienza che la buriana passasse. Qualcuno più audace si era limitato a stirare le labbra in una specie di sorriso, chiudendo nello stesso tempo gli occhi, alzando le sopracciglia e rinfossando la testa tra le spalle come le tartarughe, quasi a dire: «Eh!... che gli vuoi fare? Comanda lui!» A questo punto non ci aveva visto più e alzatosi di scatto dal posto suo aveva cantato chiaro e tondo a tutti quanti quello che aveva in corpo, aggiungendo che preferiva rinunciare all’incarico di consigliere, piuttosto che dover accettare zitto e quieto le decisioni di uno solo. Era poi schizzato via come una furia, dicendo che lui non era una pecora che si porta a cavezza. Dopo quella sfuriata gli altri consiglieri avevano preso a evitarlo come se avesse la rogna canina. E ce n’era voluto di tempo, prima che tornassero a fargli motto! Ma del resto non gli era importato granché del saluto di persone che agivano o non agivano in una maniera o nell’altra a seconda di come girava il vento. Quello che gli aveva dato fastidio, invece, era stato vedere come fosse diventato difficile vivere in paese per uno che ragionava con la testa sua. Ma tornando al presente e alla faccenda che gli stava a cuore, contava di poter riuscire a ottenere la