LIBERAMENTELIBRANDO La licenza | Page 12

Era vero che qualche anno prima aveva avuto da ridire con quelli che stavano nel Comune e in maniera particolare con il sindaco, ma era altrettanto vero che con l’atteggiamento tenuto in quella circostanza aveva fatto un favore a don Mimì, che non tollerava osservazioni da parte di nessuno su come lui faceva la politica e cercava di sbarazzarsi di chi pensava con la testa sua. Per questo il giorno che lui in Consiglio si era permesso di esprimere un giudizio diverso da quello che avrebbero dovuto avere tutti gli aveva detto, fulminandolo con lo sguardo: «Senti, Sistì,1 se non ti va bene come decido io te ne puoi andare!» In un primo momento lui, sbalordito da così tanta arroganza, era rimasto come un baccalà e non aveva saputo che rispondere; poi, superato l’attimo di smarrimento, era diventato rosso per la rabbia e aveva detto a quel prepotente quello che aveva detto! Ma l’indignazione era diventata incontenibile quando “gnore sìneche”,2 offendendolo pesantemente e minacciando di farlo andare carcerato, aveva gridato che lì comandava lui e che avrebbe rovinato chiunque si fosse permesso di contraddirlo. L’indignazione poi si era mutata in profondo disprezzo quando aveva rivolto lo sguardo agli altri consiglieri (tutti dello stesso partito, perché a don Mimì avrebbe dato fastidio la presenza in Consiglio anche di un solo rappresentante dell’opposizione. Ecco perché ogni volta che c’erano le elezioni faceva presentare una piccola lista di disturbo, che aveva il preciso scopo di 1 - Vocativo di Sistino. 2 - Il signor sindaco. 11