LIBERAMENTELIBRANDO "I carbonari della montagna" di Giovanni Verga. | Page 13
Tale attentato, come scrive Lina Perroni, “era l’indice del
lungo fermento di rancore verso la Francia, che aveva dalla conquista napoleonica diretto la politica italiana senza tener conto,
se non a parole, del nuovo risveglio nazionale”.1
Di risentimento contro la Francia sono pregne le pagine de
I carbonari della montagna nelle quali si scorgono reminiscenze
foscoliane e precisamente de Le ultime lettere di Jacopo Ortis,
opera anch’essa originata da una cocente delusione patriottica:
il trattato di Campoformido (17/10/1797), con il quale
Napoleone I cedeva Venezia all’Austria.
Quanto esposto, lungi dall’essere un tentativo di accostare
le due opere, vuole piuttosto individuare quali fossero le letture del giovane Verga, le quali non mancarono certamente di
riaffiorare o, più precisamente, di essere riecheggiate in maniera più o meno conscia ne I carbonari della montagna.2
Non sappiamo fino a che punto Le ultime lettere di Jacopo
Ortis pesassero nella cultura del giovane Verga, ma è indubbio
che nel suo romanzo lo schema richiamava quello dello Jacopo
Ortis: tema politico (Ortis patriota-Corrado carbonaro) e tema
amoroso (amore di Ortis per Teresa-amore di Corrado per
Giustina).3
Ne I carbonari della montagna però corrono, lungo l’intricato filo del racconto, tre diverse storie d’amore che non mancano di rendere la narrazione spettacolare e piena di colpi di
1 - Cfr. L. Perroni, Ricordi di D’Artagnan, in AA.VV., Studi critici su Giovanni
Verga, Roma, Bibliotheca ed., 1934.
2 - Cfr. G. Niccolai, Giovanni Verga, I romanzi a stampa del periodo catanese, ricerca e saggio, Catania, 1970. Scrive il Niccolai: “Ma il Verga fu sostanzialmente un
autodidatta: lesse il Monti, il Manzoni, il Foscolo, l’Alfieri e li riecheggiò nella lingua, nel tono, in varie situazioni” (p.11).
3 - L. Russo, op.cit., p. 40: “Un romanzo questo,... in cui aleggia lo spirito di
Jacopo Ortis (Foscolo: testo di declamazione nella scuola dell’Abate)...”). Si veda
anche quanto scrive il Cappellani in op.cit., p.16: “C’è... anche una chiara relazione del motivo centrale dell’opera coll’Ortis del Foscolo. Perché per Corrado
due sono le passioni e due le delusioni: la patria, la donna.”
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