all’epoca in seguito a un maremoto e successivamente ricostruita. La statua ha resistito a molti saccheggi, maremoti e terremoti, e viene venerata dai cittadini viestani con grande orgoglio e affetto.
Ogni anno, il 30 aprile, la statua della Vergine Madre viene tolta dalla nicchia in cui è conservata tutto l’anno e posta solennemente al trono, in occasione del novenario di preparazione alla festa patronale del 9 maggio. Il trono consiste di un parato allestito nella chiesa della Cattedrale in occasione di questa celebrazione. Nelle nove sere a seguire i cittadini partecipano alla Santa Messa e onorano la Vergine con canti popolari in dialetto viestano. L’intronizzazione del Simulacro della Madonna rappresenta uno dei momenti più commoventi della festa, una sorta di rifioritura di Vieste. La sera dell’8 maggio, altro momento molto emozionante, la statua della Madonna viene detronizzata e posta nella cassa di oro zecchino. Il giorno seguente, il 9 maggio, la Madonna verrà portata in processione lungo le principali vie di Vieste insieme ai santi, fino ad un punto della città chiamato “la pietra della Madonna”. Il nome prende spunto proprio da questa festa in quanto, subito dopo il percorso attraverso il centro della città, la Madonna viene posta su questa pietra e poi spostata in un'altra cassa più piccola con la quale verrà portata in processione fino al Santuario di Merino. Durante la processione i fedeli intonano i canti dedicati alla Madonna, la quale, per tradizione, viene portata in spalla dai cittadini con il viso rivolto verso il mare. Arrivata al Santuario, i fedeli si raccolgono in preghiera e partecipano alla Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. La sera i fedeli si riuniscono di nuovo in processione riportando la Vergine Maria dal Santuario alla chiesa Cattedrale di Vieste. Tutti i cittadini accendono una candela e accompagnano la Vergine fino alla “pietra della Madonna”, dove la Vergine viene nuovamente spostata nella cassa di oro zecchino. Durante la processione di ritorno verso la Cattedrale vengono sparati i fuochi pirotecnici con sottofondo musicale in onore di Santa Maria. La mattina seguente il simulacro della Madonna viene riposto nella sua nicchia tra gli applausi e le lacrime della popolazione, ponendo così fine alla festa patronale più amata di Vieste. Accanto al programma religioso, la città di Vieste offre anche un programma civile che vede la partecipazione dei due più grandi complessi bandistici della città, che suonano sia l’8 maggio sia all’inizio della processione del 9 maggio. Per tre giorni consecutivi, l’8, il 9 e il 10 maggio, nel centro di Vieste vengono allestite stupende luminarie in segno di festa. La sera del 10 maggio la città di Vieste è animata dalla presenza di cantanti o gruppi musicali famosi, e la serata si conclude con lo spettacolo dei fuochi pirotecnici musicali.
Io personalmente sono molto legata a questa festa perché è il simbolo di una tradizione che va avanti di generazione in generazione, e che non coinvolge soltanto gli adulti ma anche noi giovani. Con il passare del tempo anche noi giovani abbiamo imparato ad amare e onorare Santa Maria di Merino e il solo pensiero di non poter essere fisicamente presenti quel giorno suscita una grande tristezza. Per noi viestani il 9 maggio è il giorno più importante dell’anno, in cui la maggior parte della comunità viestana si riunisce per portare avanti una tradizione che ci rende tutti partecipi della nostra città. Da quando sono all’università, questo è il terzo anno in cui non riesco a partecipare alla festa e non nascondo che ogni volta che vedo una foto o un video della Madonna in processione mi scende una lacrima. Se c’è pero una cosa che ho imparato stando lontana è che la distanza non separa ma unisce ancora di più e soprattutto rafforza il mio amore per la mia città e per le sue tradizioni.
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