La nostalgia della propria terra è un sentimento che accomuna molti giovani che come me sono lontani da casa per vari motivi, tra i quali studio e lavoro. La lontananza e la malinconia aumentano ancor di più in alcuni mesi dell’anno, quando sai che la tua città è pronta a festeggiare delle ricorrenze importanti e tu non puoi parteciparvi perché non sei presente. Il mese di maggio è quello in cui la nostalgia mi assale maggiormente, mese che io, e con me tutti i giovani del mio paese, aspettiamo con più ansia.
Si è da pochi giorni conclusa la festa patronale più importante che ogni anno si svolge nel mio paese, Vieste, una celebrazione che col passare degli anni raccoglie sempre più cittadini e alla quale noi viestani siamo molto legati. Sto parlando della festa patronale di Santa Maria di Merino, che ricorre, come da tradizione, il 9 maggio, giorno in cui si forma una solenne processione di fedeli che portano in spalla la statua della Vergine Santa fino al santuario di Merino. La statua di Santa Maria di Merino è un’antica statua lignea di origine bizantina conservata nella chiesa Cattedrale dell’Assunta a Vieste, e considerata dal popolo viestano la patrona della bellissima cittadina pugliese. La tradizione narra che la statua della Madonna venne rinvenuta in prossimità della spiaggia di Merino da alcuni pescatori di Vieste e Peschici, altra famosa cittadina garganica. Dato che la località di Merino si trova esattamente a metà strada tra Vieste e Peschici, gli abitanti delle rispettive città iniziarono a contestarsi l’appartenenza della statua. Per evitare discussioni, si decise di porre la statua su un carro trainato da buoi: a seconda della direzione presa dal carro, la città di Vieste o di Peschici avrebbe avuto l’onore di possedere la statua. Il carro prese la direzione di Vieste e i pescatori se ne impossessarono. Da quel giorno Santa Maria di Merino è considerata la protettrice del popolo viestano. Proprio a Merino venne costruito Il Santuario di Santa Maria di Merino, una chiesa tuttora esistente, le cui prime tracce risalgono all’XI-XII secolo, scomparsa
Uno sguardo alla
festa patronale
di Vieste
ARTE, CULTURA, SPETTACOLO
La nostalgia della propria terra è un sentimento che accomuna molti giovani che come me sono lontani da casa per vari motivi, tra i quali studio e lavoro. La lontananza e la malinconia aumentano ancor di più in alcuni mesi dell’anno, quando sai che la tua città è pronta a festeggiare delle ricorrenze importanti e tu non puoi parteciparvi perché non sei presente. Il mese di maggio è quello in cui la nostalgia mi assale maggiormente, mese che io, e con me tutti i giovani del mio paese, aspettiamo con più ansia.
Si è da pochi giorni conclusa la festa patronale più importante che ogni anno si svolge nel mio paese, Vieste, una celebrazione che col passare degli anni raccoglie sempre più cittadini e alla quale noi viestani siamo molto legati. Sto parlando della festa patronale di Santa Maria di Merino, che ricorre, come da tradizione, il 9 maggio, giorno in cui si forma una solenne processione di fedeli che portano in spalla la statua della Vergine Santa fino al santuario di Merino. La statua di Santa Maria di Merino è un’antica statua lignea di origine bizantina conservata nella chiesa Cattedrale dell’Assunta a Vieste, e considerata dal popolo viestano la patrona della bellissima cittadina pugliese. La tradizione narra che la statua della Madonna venne rinvenuta in prossimità della spiaggia di Merino da alcuni pescatori di Vieste e Peschici, altra famosa cittadina garganica. Dato che la località di Merino si trova esattamente a metà strada tra Vieste e Peschici, gli abitanti delle rispettive città iniziarono a contestarsi l’appartenenza della statua. Per evitare discussioni, si decise di porre la statua su un carro trainato da buoi: a seconda della direzione presa dal carro, la città di Vieste o di Peschici avrebbe avuto l’onore di possedere la statua. Il carro prese la direzione di Vieste e i pescatori se ne impossessarono. Da quel giorno Santa Maria di Merino è considerata la protettrice del popolo viestano. Proprio a Merino venne costruito Il Santuario di Santa Maria di Merino, una chiesa tuttora esistente, le cui prime tracce risalgono all’XI-XII secolo, scomparsa all’epoca in seguito a un maremoto e successivamente ricostruita. La statua ha resistito a molti saccheggi, maremoti e terremoti, e viene venerata dai cittadini viestani con grande orgoglio e affetto.
sguardO
Uno
sguardo
alla
festa
patronale
di Vieste
festa
patronale
di Vieste
ALLA
DI: ILENIA
ROLLO