quest’uomo che “si è fatto da solo”, come ricorda il personaggio di Toni Servillo in una scena, e a cui quasi tutti i ministri e gli uomini politici d’Italia chiedono aiuto e cercano appoggio.
Il film di Sorrentino strappa qualche risata per le battute infelici che meglio incarnano lo spirito di Berlusconi (“Non ho niente contro gli omosessuali, un 25% di me è gay solo che è lesbico”, l’ha detta davvero); stupisce per questo mondo delirante di giovani donne che vendono il proprio corpo con lo scopo di ottenere in cambio qualche striscia di cocaina e la possibilità di essere presentate a Silvio; a tratti infastidisce per le infinite scene di sesso e droga che ricordano molto il caso Bunga Bunga, episodio che ha trasformato la politica italiana di fine secolo in una classe dirigente macchiata di scandali; ed infine colpisce per la verosimiglianza con la quale Sorrentino dipinge la società italiana che Berlusconi ha irrimediabilmente alterato. Se in molti oggi lo disprezzano, ancora in tanti, troppi, si sentono attratti dal suo potere, dai suoi soldi e soprattutto dal suo carisma proprio come i personaggi di Sorrentino. Concluso il film, lo spettatore italiano non si stupisce di certo se ancora oggi, a seguito delle elezioni del marzo 2018, la figura di Silvio Berlusconi e il suo modo di fare politica, il berlusconismo, continuano a conquistare il cuore degli elettori italiani, e ad esercitare un grande potere e carisma nel mondo politico del centro-destra d’Italia.
ARTE, CULTURA, SPETTACOLO
DI: MaRZIA BONANSEA
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