LA CIVETTA May 2018 | Page 17

Fare la fila alle poste, alla fermata dell’autobus, al supermercato in Italia può avere l’aspetto di un non fare affatto la fila. Gli italiani tendono ad aspettare il proprio turno in modo caotico e disordinato: spesso, entrando in un negozio, non è ben chiaro chi sia l’ultimo arrivato ed è necessario chiedere “Chi è l’ultimo?”, in modo da sapere quando toccherà a voi. Fate attenzione ai furbi! Non è raro, in situazioni del genere, incappare in persone che provano a superarvi. Quando andate a pagare

qualcosa, inoltre, ricordatevi che in Italia si fa ancora un uso diffusissimo dei contanti, soprattutto per i pagamenti di piccole somme, come al tabacchi o in gelateria. Vi consiglio sempre di portare con voi dei contanti, perché è probabile che alcuni esercizi commerciali non accettino carte di credito. Anche sul versante dell’abbigliamento, poi, è interessante notare alcune differenze: gli italiani sono generalmente considerati più freddolosi rispetto ai popoli del Nord Europa. Difficilmente vedrete persone che indossano solo una t-shirt ad aprile, anzi! Per molti aprile è ancora troppo presto per appendere il cappotto nell’armadio. A voi potrebbe magari sembrare esagerato, ma agli occhi degli italiani potrebbe esserlo un inglese che indossa vestiti estivi quando la temperatura non è quella dei mesi più caldi! Non vedrete neanche persone che vanno a fare la spesa in pigiama o che tolgono le scarpe mentre mangiano in pizzeria: c’è, in genere, una grande attenzione per il modo in cui ci si presenta fuori casa. Ancora una volta, tutto questo non è giusto né sbagliato, semplicemente diverso, perciò è bene sapere cosa aspettarsi in un altro Paese!

Se andate a mangiare fuori, ricordate che la mancia non solo non è obbligatoria in Italia, ma non è neanche nelle abitudini degli italiani. Il servizio è, infatti, già compreso nel conto, e chi sceglie di dare la mancia lo fa perché è particolarmente soddisfatto del trattamento. Per quanto riguarda le buone maniere a tavola, può essere utile sapere che in Italia è considerato maleducazione iniziare a mangiare non appena arriva il cibo, se c’è qualcuno a tavola che sta ancora aspettando il proprio piatto! Assicuratevi che tutti abbiano ricevuto la propria ordinazione prima di dire “Buon appetito!” e darci dentro con gusto. Aggiungere il ketchup sulla pasta o sulla pizza, poi, potrebbe procurarvi sguardi di disapprovazione dai vostri vicini a tavola, per non parlare di ricette tipicamente anglosassoni come la pizza con l’ananas e il prosciutto! Infine, vale la pena ricordare che bevande a base di latte come il cappuccino sono associate alla colazione o, comunque, alle ore del mattino che precedono il pranzo: nessun italiano prenderebbe mai il cappuccino insieme al pranzo o alla cena, ma è uso comune prendere un caffè, un caffè macchiato o un amaro alla fine dei pasti.

Passiamo ora a vedere, invece, alcuni critical incidents, veri e propri “scontri tra culture diverse”, cioè situazioni in cui emergono differenze culturali di natura profonda, che necessitano di una mentalità aperta al confronto per essere superate con il giusto spirito e senza esprimere giudizi di valore. A seguire, due degli esempi che abbiamo esaminato durante l’incontro e le possibili soluzioni a questi culture shocks.

Il primo esempio si riferisce a una studentessa universitaria inglese, Julie, che si trasferisce in una città italiana per studiare. Sin da subito, risulta chiaro che non sarà facile comunicare con lo staff dell’università e i professori, che non rispondono alle sue email. Julie prova anche a recarsi di persona all’ufficio del coordinatore Erasmus, durante l’orario di ricevimento: attende per ben due ore davanti