LA CIVETTA May 2018 | Page 18

DIPARTIMENTO

alla porta dell’ufficio e, quando il tutor finalmente esce, le chiede perché non abbia bussato. Julie ha, inoltre, difficoltà a fare amicizia con i colleghi universitari, poiché le aule sono sovraffollate e la lezione è di tipo passivo e non prevede l’interazione tra studenti, quindi Julie frequenta solo studenti internazionali e continua a parlare soprattutto in inglese. Un altro elemento che destabilizza la ragazza è il fatto che il rapporto con i tutor sia estremamente formale e che sia molto difficile parlare in privato con loro, dal momento che sono sempre di corsa. Julie trova le lezioni troppo difficili: i professori usano un linguaggio accademico difficile da comprendere persino per gli studenti italiani, che si limitano a prendere appunti. Perché?

L’università italiana può facilmente apparire disorganizzata all’occhio inglese: le sedi delle diverse facoltà sono spesso sparse in diversi punti della città, cosa che costringe gli studenti a trasferirsi da una sede all’altra nella stessa giornata, e i problemi di comunicazione tra l’università e gli studenti sono all’ordine del giorno. I professori universitari in Italia, in molti casi, insegnano in più università contemporaneamente: raramente, quindi, rimangono in facoltà dopo la lezione. Questo significa anche che le email degli studenti possono essere ignorate per giorni e giorni. Può essere utile, però, sapere che in Italia le informazioni spesso viaggiano per bocca. Chiedete agli altri studenti: potrebbero essere in possesso di informazioni altrimenti poco reperibili, o indicarvi l’esistenza di un gruppo Facebook dove trovare tutto ciò che vi serve. Per quanto riguarda il rapporto con i professori, bisogna tenere presente che è molto più formale rispetto al Regno Unito! All’università, gli studenti sono considerati adulti, e come tali trattati: è molto difficile trovare un professore che sia interessato ad ascoltare i vostri problemi personali. Infine, il motivo per cui gli studenti passano la lezione a prendere appunti è il fatto che molto probabilmente le domande dell’esame si rifaranno alle lezioni. Siate saggi, quindi, e seguitele con attenzione!

Il secondo esempio riguarda, invece, John, uno studente inglese che si è trasferito in Italia per lavorare in una scuola superiore. La scuola è molto diversa da quelle inglesi, disorganizzata e caotica, e a John non è ben chiaro quale sia il suo ruolo: a volte gli vengono assegnati molti compiti e responsabilità, altre volte rimane senza nulla da fare per ore e ore. Neanche a casa la situazione migliora: convive con tre italiani ossessionati dalle pulizie domestiche, che gli impongono di lavare i piatti appena finisce di mangiare e non lasciano che cucini quando ci sono ospiti. Spesso la sera esagera con l’alcol, e sembra che questo sia un problema per i suoi coinquilini. Perché?

John non è mai entrato in contatto con il sistema scolastico italiano, finora, e quindi è facile comprendere perché ai suoi occhi questo appaia incomprensibile e caotico. Se si pensa che il proprio ruolo sul posto di lavoro non sia valorizzato (il lavoro è troppo/troppo poco, si viene ignorati, le responsabilità sono eccessive), si deve assolutamente cercare un dialogo con il proprio supervisore. Il trasferimento non è un’opzione: oltre a prevedere un lungo iter burocratico, potrebbe farvi perdere il beneficio della borsa Erasmus Traineeship. Cercate, quindi, una soluzione diplomatica, esprimendo con sincerità le vostre esigenze. Per quanto riguarda la vita domestica, poi, mostratevi cooperativi! Per gli italiani è importante che ognuno faccia la propria parte di pulizie domestiche: lasciare i piatti sporchi nel lavandino è considerato molto sgarbato. L’atteggiamento nei confronti dell’alcol può essere causa di comprensibili tensioni in casa: nella cultura italiana, si beve in compagnia mentre si chiacchiera. Può succedere, certo, che ci si ubriachi, ma non deve essere lo scopo ultimo della serata.

IMAGE SOURCE: VALERIA AGNELLO