ARTE, CULTURA, SPETTACOLO
5 BUONI MOTIVI PER ASCOLTARE L’INDIE ITALIANO
L’indie non è un genere di facile definizione, soprattutto per l’Italia. Qui il termine non ingloba solo gli artisti che pubblicano con case discografiche indipendenti (e che comunque, dopo aver ottenuto un discreto successo, spesso firmano contratti con le major), ma tutta quella produzione che si discosta dal mainstream musicale per originalità di contenuti, sperimentazione, coraggio nell’abbandonare tematiche e regole di scrittura del canone pop italiano. Questo genere va tenuto d’occhio non solo per l’enorme crescita di pubblico degli ultimi quattro anni, ma anche per alcuni elementi che ne rendono l’ascolto interessante per chiunque sia interessato alla cultura italiana. È proprio nei testi indie che si trovano i ritratti più fedeli delle città italiane, con continui riferimenti all’attualità del nostro Paese e una forte attenzione al linguaggio giovanile e regionale.
CALCUTTA
Spesso definito “il re indiscusso dell’indie italiano”, Calcutta, al secolo Edoardo d’Erme, è stato la rivelazione del 2016 con l’album Mainstream, accolto con tanto entusiasmo che i fan lo hanno ascoltato ininterrottamente per i due anni successivi, in cui l’artista non ha prodotto quasi nulla di nuovo. Nonostante l’apparente semplicità dei suoi pezzi, Calcutta è riuscito a entrare nel cuore di milioni di italiani (chi non ha mai urlato il verso «E non mi importa se non mi ami più, e non mi importa se non mi vuoi bene»), diventando immediatamente iconico. L’inconfondibile timbro un po’ rauco e l’immagine di uno che non ha troppa voglia di vivere hanno reso il cantautore di Latina il punto di riferimento di un genere, l’indie, che in Italia sta conoscendo un successo senza precedenti, anche grazie a Mainstream.
CONSIGLIO: “Cosa mi manchi a fare”, “Pesto”.
LIBERATO
Chi è Liberato? Questa è una bella domanda, perché nessuno conosce l’identità di questo artista napoletano. Comparso a sorpresa sulle playlist italiane da un giorno all’altro, Liberato ha saputo coniugare sapientemente l’incisività del dialetto napoletano con la schiettezza del genere hip hop. L’estate 2017 ha visto italiani del nord, del sud e del centro uniti a cantare in napoletano «Care ‘ngopp’ ‘o golf’ ‘na stella, chiove ‘ngopp’ a Procida e tu t’è scurdat’ ‘e me», richiamando alla mente le magiche atmosfere della città partenopea. Imperdibili i video musicali dei pezzi di Liberato, che mostrano scorci urbani di Napoli e bellissime panoramiche del lungomare.
CONSIGLIO: “Nove maggio”, “Tu t’è scurdat’ ‘e me”.