LA CIVETTA March 2018 | Page 29

UN DISCORSO NEO-COLONIALE (DERIVATO DALL"EPOCA FASCISTA SULL-IMMIGRAZIONE

La visione del migrante in Italia, e particolarmente, di coloro di pelle nera, come una minaccia si spiega dall’influenza del periodo coloniale fascista. Infatti, Cristina Lombardi-Diop, Director of Rome Studies Program presso la Loyola University Chicago, argomenta che per porre rimedio alle conseguenze negative dell’epoca mussoliniana e costruire una nuova nazione, l’impatto della colonizzazione di paesi africani (Libia, Somalia ed Etiopia) è stato totalmente ignorato in Italia. Il governo Italiano del dopoguerra non ha quindi ufficialmente ammesso una sua responsabilità nei confronti dell’oppressione di popoli africani e l’ideologia coloniale della superiorità europea non è mai stata messa in discussione. Anche se oggi non è accettabile dire che i bianchi sono biologicamente superiori ai neri, è considerato accettabile in Italia affermare che la cultura italiana sia superiore alla cultura degli altri. Per esempio, le proposte di Luigi di Maio (il leader di M5S) quando dice che dobbiamo ‘(evitare) l’esplosione del melting-pot’ e quelle di Savini che afferma che ‘l’Africa in Italia non ci sta’ sottolineano l’incompatibilità della presenza degli africani nella cultura italiana. Nei loro discorsi neo-coloniali, l’africano è descritto come un ‘selvaggio’ incapace di coabitare con gli italiani, individui considerati invece ‘civilizzati’.

IL LEGAME TRA EUROSCETTICISMO, RAZZISMO E POPULISMO

La crescita di popolarità della retorica populista e razzista è anche un indicatore del fallimento di politiche dell’Unione Europea come l’austerità e il trattato di Dublino. Per risolvere la crisi del debito sovrano italiano, l’UE ha deciso infatti di imporre misure di austerità. La diminuzione delle spese dello stato in un periodo di crisi finanziaria e un alto livello di disoccupazione hanno tuttavia danneggiato la qualità di vità degli italiani (la diminuzione delle pensioni ne è un esempio) e hanno portato ad un movimento d’emigrazione italiana di massa. Inoltre, l’Italia è particolarmente toccata dalla crisi dei profughi e decisioni come l’accordo di Dublino stanno peggiorando la situazione. Questo accordo infatti stabilisce che i migranti che arrivano in Europa devono rimanere nel paese d’arrivo. A causa della sua posizione geografica, l’Italia si vede quindi obbligata ad accogliere la maggioranza dei profughi. La politica sull’immigrazione dell’Unione Europea impone dunque un carico più pesante sui paesi più poveri in questo periodo di crisi come la Grecia e l’Italia. Questa situazione alimenta la demonizzazione dei migranti che vede questi come possibili terroristi o persone che vengono a rubare i pochi lavori in Italia, e le accuse contro l’UE colpevole di sostenere i migranti dando loro il diritto d’asilo. Partiti populisti come il M5S sostengono infine che il governo dovrebbe prima occuparsi degli italiani e accusano l’Unione Europea di non protegge gli interessi nazionali degli italiani.

PER CONCLUDERE, questo aumento di populismo e di aderenza ad ideologie anti-immigrazione potrebbe essere causato in prevalenza da un discorso neo-coloniale (discorso derivato dall’imperialismo europeo). Nonostante ciò, il discorso italiano di imperialismo culturale va considerato anche in un ottica di crisi economica e sociale: la situazione dell’Italia è simile alla condizione greca. Si può infatti anche constatare un’ideologia neocoloniale in altri paesi europei come la Francia o anche l’Inghilterra, con Brexit. Quindi, questa onda populista e razzista potrebbe essere sintomatica di una crisi europea provocata dalla difficoltà dell’Unione Europea di conciliare gli interessi di tutti i suoi membri.

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