L' Artigianato Marzo 2016 | Page 22

dall’associazione il made in italy nei settori della micro e piccola impresa di Stefano Frigo Il made in Italy nei settori di MPI vale il 7,1% del Pil e nei primi 9 mesi del 2015 sale del 3,8%, trainato dalle economie avanzate (+5,4%). S u base annua (IV trimestre 2014-III trimestre 2015) l’export nei settori di Micro e Piccola Impresa (MPI) vale 114,7 miliardi di euro, pari al 7,1% del Pil. Nei primi nove mesi del 2015 l’export dei settori di MPI cresce di 3.132 milioni di euro, pari al +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di un aumento del 4,1% registrato dal Manifatturiero; aumenti superiori alla media per i settori delle Altre manifatture con il 9,5%, Alimentare con il 6,6% e Mobili con il 6,4%. 20 L’ARTIGIANATO / ANNO LXVII / n. 3 / marzo 2016 Le economie avanzate concentrano 63,9 miliardi di euro dell’export dei settori MPI, pari a quasi i tre quarti (74,2%) del totale mentre le economie emergenti assorbono i restanti 22,2 miliardi di euro di export di MPI (25,8% del totale). Anche nei settori di MPI si evidenzia la frenata della domanda dei Paesi emergenti: la crescita del 3,8% dell’export nei settori di MPI è trainata dalla crescita del 5,4% delle economie avanzate mentre i Paesi emergenti segnano un calo della domanda dello 0,6%: su tale calo pesa in modo determinante la crisi economica della Russia: l’export nei settori di MPI nei Paesi emergenti senza la Russia (-33,5%) registra un aumento del 4,3%, non lontano dal +5,4% dei Paesi avanzati. Nei primi venti mercati l’export cresce del 3,7% trainati dagli undici Paesi non appartenenti all’Eurozona che crescono del 6,1% mentre quelli dell’Eurozona si fermano sul +1,5%. Tra i maggiori mercati del made in Italy di MPI l’export cresce a ritmi superiori ai cinque punti percentuali sui mercati di Stati Uniti (+20,4%), Corea del Sud (+17,0%), Cina(+12,9%), Hong Kong (+10,1%), Polonia (+8,9%), Regno Unito (+8,8%), Spagna (+7,3%) e Svizzera (+5,7%). Ristagna la domanda in Francia (-0,1%) mentre registriamo il segno negativo per Belgio (-1,2%) Emirati Arabi Uniti (-1,5%), Austria (-1,7%), Grecia (-7,2%) per arrivare infine al già citato calo delle vendite in Russia (-33,5%). Su tali andamenti influisce la dinamica del cambio effettivo nominale dell’euro per i primi undici mercati extra Uem che nei primi nove mesi del 2015 registra un deprezzamento dell’8,3%. Il ribasso del prezzo del petrolio può costituire un ulteriore fattore di debolezza della domanda del made in Italy: i 41