dall’associazione
il made in italy nei settori
della micro e piccola impresa
di Stefano Frigo
Il made in Italy nei settori di MPI vale
il 7,1% del Pil e nei primi 9 mesi del 2015
sale del 3,8%, trainato dalle economie
avanzate (+5,4%).
S
u base annua (IV trimestre 2014-III
trimestre 2015) l’export nei settori
di Micro e Piccola Impresa (MPI)
vale 114,7 miliardi di euro, pari al
7,1% del Pil. Nei primi nove mesi del 2015
l’export dei settori di MPI cresce di 3.132
milioni di euro, pari al +3,8% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, a
fronte di un aumento del 4,1% registrato
dal Manifatturiero; aumenti superiori alla
media per i settori delle Altre manifatture
con il 9,5%, Alimentare con il 6,6% e Mobili con il 6,4%.
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L’ARTIGIANATO / ANNO LXVII / n. 3 / marzo 2016
Le economie avanzate concentrano
63,9 miliardi di euro dell’export dei settori
MPI, pari a quasi i tre quarti (74,2%) del
totale mentre le economie emergenti assorbono i restanti 22,2 miliardi di euro di
export di MPI (25,8% del totale). Anche
nei settori di MPI si evidenzia la frenata
della domanda dei Paesi emergenti: la
crescita del 3,8% dell’export nei settori di
MPI è trainata dalla crescita del 5,4% delle economie avanzate mentre i Paesi
emergenti segnano un calo della domanda dello 0,6%: su tale calo pesa in modo
determinante la crisi economica della
Russia: l’export nei settori di MPI nei Paesi emergenti senza la Russia (-33,5%)
registra un aumento del 4,3%, non lontano dal +5,4% dei Paesi avanzati.
Nei primi venti mercati l’export cresce
del 3,7% trainati dagli undici Paesi non
appartenenti all’Eurozona che crescono
del 6,1% mentre quelli dell’Eurozona si
fermano sul +1,5%. Tra i maggiori mercati
del made in Italy di MPI l’export cresce a
ritmi superiori ai cinque punti percentuali sui mercati di Stati Uniti (+20,4%), Corea del Sud (+17,0%), Cina(+12,9%), Hong
Kong (+10,1%), Polonia (+8,9%), Regno
Unito (+8,8%), Spagna (+7,3%) e Svizzera
(+5,7%). Ristagna la domanda in Francia
(-0,1%) mentre registriamo il segno negativo per Belgio (-1,2%) Emirati Arabi Uniti (-1,5%), Austria (-1,7%), Grecia (-7,2%)
per arrivare infine al già citato calo delle
vendite in Russia (-33,5%). Su tali andamenti influisce la dinamica del cambio
effettivo nominale dell’euro per i primi
undici mercati extra Uem che nei primi
nove mesi del 2015 registra un deprezzamento dell’8,3%.
Il ribasso del prezzo del petrolio può
costituire un ulteriore fattore di debolezza della domanda del made in Italy: i 41