dall’associazione
vato dell’assistenza ai non autosufficienti
910mila famiglie italiane si sono dovute
“tassare” e 561mila famiglie hanno utilizzato tutti i propri risparmi e/o dovuto vendere la casa e/o dovuto indebitarsi. La prima soluzione è relativa al salto di qualità
della residenzialità indispensabile per renderla più competitiva rispetto alla soluzione domiciliare. Si stimano in 4,7 milioni gli
anziani che sarebbero disponibili ad accettare una soluzione residenziale, a patto
che la qualità sia migliore. In secondo luogo, occorre un mutamento dell’approccio
dei cittadini alla non autosufficienza, che
oggi viene affrontata solo quando è conclamata: specificatamente, è il 30,6% dei
cittadini a non pensarci e il 22,7% vedrà il
da farsi solo quando accadrà. Il resto della
popolazione conta sui risparmi accumulati (26,1%), sul welfare (17,3%) e sull’aiuto
dei familiari (17%).
Le pensioni del futuro
Il 39,6% dei cittadini italiani non ha un’idea precisa della propria posizione previdenziale, vale a dire che non sa, sia pure
grosso modo, quanti contributi ha versato e di quale pensione beneficerà: il 21,5%
ha un’idea piuttosto vaga e il 18,1% non
ha alcuna idea. Questa situazione contribuisce a spiegare il persistente successo
degli intermediari, in particolare i patronati, nel rapporto tra cittadini ed enti di previdenza. Infatti, è il 73,7% degli italiani che
dichiara di conoscere i patronati, il 56,1%
di essersi rivolto a uno di essi e, di questi,
il 92,2% esprime un giudizio positivo sulle
loro attività. Se per tanti cittadini l’opacità
connota le proprie posizioni contributive,
sulle pensioni del futuro essa coesiste con
la generica convinzione sociale che saranno più basse di quelle attuali. E non
sarà certo la previdenza complementare a
cambiare questa dinamica discendente
delle pensioni attese, visto che non riesce
proprio a decollare come secondo pilastro in grado di compensare la riduzione
del valore delle pensioni fondate sul primo
pilastro. Né è ipotizzabile l’introduzione
dell’obbligatorietà della previdenza complementare, alla quale si dichiara contrario il 78% dei cittadini.
ANNO LXVII / n. 3 / marzo 2016 / L’ARTIGIANATO
13