L' Artigianato Gennaio 2015 | Page 21

associazione tasse e famiglia Tasse cresciute il doppio dei redditi Per le famiglie le tasse sono cresciute il doppio dei redditi: un conto annuale di 15.300 euro. S ulle famiglie italiane grava un carico fiscale medio annuo di oltre 15.300 euro. Tra il 1995 e il 2013 il peso delle tasse, delle imposte, dei tributi e dei contributi previdenziali è aumentato di oltre 4.400 euro (+40,4%): si tratta di una crescita più che doppia rispetto a quella fatta registrare dal reddito nominale netto medio disponibile (+19,1%). Purtroppo, il trend dei redditi cambia completamente segno se depuriamo l’inflazione dal reddito disponibile: sempre nello stesso arco temporale, il reddito reale, ovvero il potere d’acquisto, è crollato del 19%. I dati forniti dall’Ufficio studi della Cgia fotografano un quadro di complessiva criticità per i quasi 26 milioni di famiglie italiane, aggravatosi ulteriormente con l’avvento della crisi. Dal 2007 (ultimo anno pre-crisi) al 2013, nonostante il peso fiscale sia leggermente diminuito registrando nell’ultimo anno addirittura una contrazione di 325 euro a seguito anche dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa, il reddito disponibile netto ha subito una “sforbiciata” di quasi 3mila euro. Con troppe tasse e meno soldi a disposizione, tra il 2007 e il 2013 i con- Tornano a correre i fallimenti: +14% nel secondo trimestre 2014 L’analisi del Cerved: «Anche le aziende che avevano superato la prima fase di crisi ora stanno chiudendo per la stretta al credito e la domanda troppo bassa». Giù le saracinesche in tutta la Penisola. Nel primo semestre i default hanno segnato il +10,5% sul 2013, oltre quota 8mila: record assoluto di Stefano Frigo Prosegue la corsa dei fallimenti aziendali: nel secondo trimestre dell’anno sono stati 4.241, in aumento del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Sono i numeri che emergono dalla banca dati del Cerved, secondo quanto spiega l’agenzia Ansa: nell’intero primo semestre i default hanno raggiunto quota 8.120 (+10,5%), record assoluto dall’inizio della serie storica risalente al 2001. D’altra parte, dopo un inizio anno che lasciava presagire finalmente sumi delle famiglie al netto dell’inflazione hanno subìto una caduta verticale: -13,4% che, in termini assoluti, equivalgono a una contrazione media della spesa per ciascuna famiglia italiana di quasi 5.500 euro. Ovviamente, la riduzione del reddito disponibile è ascrivibile anche all’aumento della disoccupazione: tra il 2007 e i primi nove mesi di quest’anno è più che raddoppiata: se sette anni fa era al 6,1%, ora è al 12,6%. Almeno sul fronte fiscale, nel 2014 la situazione sembrerebbe destinata a migliorare, anche se non per tutti. I nuclei che non beneficiano del bonus Renzi, infatti, quasi certamente subiranno un aggravio fiscale. Tuttavia, in linea generale possiamo affermare che la detrazione Irpef di 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi (che genererà un taglio di imposte pari a circa 6 miliardi di euro) dovrebbe più che compensare il maggior prelievo richiesto alle famiglie con l’introduzione della Tasi sull’abitazione principale che, secondo una nostra stima, dovrebbe portare nelle casse comunali almeno 3,5 miliardi di euro. A elevare il peso delle tasse sulle famiglie ha contribuito in maniera determinante la tassazione locale. Tra la metà degli anni ’90 a oggi, sono aumentate del 190%, mentre quelle erariali hanno subìto un incremento medio del 43% circa: seppur significativa, quest’ultima è stata una variazione percentuale comunque inferiore alla crescita del Pil nominale che è stata di quasi il 50%. l’uscita dalla recessione, con la primavera e quindi l’estate tutti i dati economici hanno mostrato il persistere della crisi: dal fatturato e gli ordini dell’industria, al Pil, passando per l’occupazione, tutto dice che la strada per la ripresa non è neppure imboccata. L’analisi condotta dal Cerved, società quotata specializzata nell’analisi del rischio di credito, mostra come i fallimenti riguardano indistintamente tutta la Penisola: i tassi di crescita sono ovunque a doppia cifra ad eccezione del Nord Est, in cui si registra un incremento del 5,5%, il livello più basso di tutto il territorio. In crescita del 14% rispetto al primo semestre 2013 sono invece i fallimenti nel Mezzogiorno e nelle Isole, del 10,7% nel Nord Ovest e del 10,4% nel Centro. I recenti correttivi legislativi hanno fatto crollare le domande di concordato in bianco (-52%) e diminuire i concordati comprensivi di piano (-12