L' Artigianato Gennaio 2015 | Page 22

associazione news IMPEGNI BANCOMAT ALL’ANTITRUST: COMMISSIONI RIDOTTE PER OGNI OPERAZIONE Il Consorzio Bancomat, al quale aderiscono attualmente 594 soggetti tra cui banche, società capogruppo di gruppi bancari e i più importanti operatori non bancari nazionali attivi nella fornitura di servizi di pagamento, ridurrà da 0,10 a 0,07 euro la commissione per ogni operazione (“Bill Payment”). Per il futuro, inoltre, questo valore sarà ancorato a un’analisi dei costi sostenuti dagli operatori e si ridurrà per effetto delle eventuali efficienze riscontrate a livello di sistema. Sono questi gli impegni principali che il Consorzio ha assunto formalmente davanti all’Antitrust, al termine di un’istruttoria avviata il 19 febbraio scorso per accertare l’eventuale sussistenza di profili anticoncorrenziali, in violazione dell’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Stabilita in 10 centesimi per operazione, la commissione interbancaria multilaterale (MIF) era stata applicata a partire dal 3 gennaio 2014, senza la previsione di un termine ultimo di applicazione. Il Consorzio Bancomat rappresenta uno dei circuiti più diffusi in Italia, sia per il numero di carte di debito in circolazione (circa 30 milioni di unità, pari all’80% del totale nel 2012) sia per quello dei Pos attivi (circa 1,2 milioni, pari all’85%). Sotto il profilo della trasparenza, oltre a commissionare la realizzazione di uno studio sul “Merchant indifference test” per acquisire gli elementi necessari a recepire i principi della Commissione europea, il Consorzio s’è impegnato a pubblicare sul proprio sito Internet il valore della commissione applicabile al servizio “Bill Payment” , per consentire così agli esercenti e ai consumatori di fare scelte più consapevoli sui mezzi di pagamento. A fronte di questi impegni, l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha deliberato di renderli obbligatori e di chiudere il procedimento. Entro 45 giorni, il Consorzio Bancomat dovrà presentare all’Antitrust una relazione in cui illustrerà le modalità di attuazione degli impegni assunti. 20 l’Artigianato Anno LXVI N. 1 Gennaio 2015 IMPRESE TRENTINE, GERMANIA E FRANCIA AL TOP PER L’EXPORT La Germania è da sempre il primo partner commerciale dell’Italia e del Trentino, mentre la Francia è il secondo fra i partner europei (nell’arena internazionale al secondo posto figurano gli USA): il saldo della bilancia commerciale del Trentino verso i due Paesi è in attivo, con un valore delle esportazioni in Germania di circa 567 milioni di euro nel 2013 – originato principalmente nei settori di alimentari e bevande, mezzi di trasporto, macchinari e apparecchi destinati a produzioni e lavorazioni industriali, prodotti dell’industria del legno – a fronte di un valore delle importazioni di 507 milioni di euro, originato dall’import di sostanze e prodotti chimici e di alimentari e bevande. Verso la Francia, il volume delle esportazioni trentine ammonta a 316 milioni nel 2013, originato nei settori di macchinari e apparecchi per lavorazioni industriali, materie plastiche e articoli in gomma, prodotti in metallo, a fronte di importazioni per circa 200 milioni, prevalentemente concentrate in mezzi di trasporto e sostanze e prodotti chimici. [S.F.] STOCCAGGIO DEL LEGNAME CONSENTITO SULLE AREE AGRICOLE NON DI PREGIO L’insediamento di attività di stoccaggio, lavorazione o trasformazione di legname grezzo e di depositi per il ricovero di macchinari per il taglio, l’esbosco e l’allestimento del legname potrà avvenire anche nelle aree agricole non di pregio individuate come tali dagli strumenti urbanistici. La deliberazione è una risposta, attesa da tempo, all’esigenza manifestata dalle imprese forestali affinché siano individuate le aree adatte allo stoccaggio e alla prima lavorazione del legname. Attività che potranno essere svolte «in zone marginali rispetto ai contesti agricoli aperti, dove non interferiscano con il paesaggio e le relazioni identitarie tra centri abitati e le aree agricole circostanti» e che non potranno comunque comprendere lavorazioni commerciali connesse con la trasformazione del legname stesso, compresa la lavorazione e trasformazione delle biomasse legnose. In tali aree potranno essere realizzate anche delle tettoie (con superficie massima di 1.500 metri quadrati) per lo stoccaggio del materiale lavorato. Le tettoie, in ogni caso, dovranno essere costruite in modo tale da assicurare la reversibilità dell’intervento, vale a dire con elementi modulari facilmente smontabili, preferibilmente in legno, e non prevedere volumi interrati. A seguito dell’eventuale cessazione dell’attività da parte dell’impresa forestale e qualora non subentrasse altra impresa o attività compatibile con la destinazione urbanistica, piazzali e tettoie dovranno essere rimossi e ripristinata l’area agricola originaria.