Jug n 66:JUG new 23/03/15 10:46 Pagina 33
la danza. La giocoleria è ancora il grande drive per me, ma trascorro meno tempo nell’allenarmi su esercizi con più di 5 palline, e non faccio più 8/9 palline con pirouette. Non cerco compromessi, nemmeno nei piccoli dettagli. Uso ancora le palline
tradizionali ucraine, che ora produco e vendo per finanziare la
Viktor Kee Foundation (VKF). La sfida per me è mantenere il
livello che ho adesso, esibirmi dando quello che la gente si
aspetta da me.
Quando ero giovane ero consapevole di essere fortunato.
Durante le mia giovinezza ho potuto godere di un sistema
governativo di introduzione all’espressione artistica. Un sistema
di “Studio”, diffuso in tutta l’Ucraina, dove ragazzi e ragazze
erano gratuitamente introdotti alle diverse arti, seguiti da insegnanti capaci di istradarti verso una carriera professionale. Non
ho mai scelto di essere un performer, ma so che volevo esserlo,
e che volevo essere un giocoliere, ed è stato grazie a questo
sistema educativo che ho potuto nutrire il mio talento e seguire
questo percorso.
Il modello in cui sono cresciuto ora non c’è più; e a questo si è
aggiunta anche la crisi militare e politica in Crimea e in Ucraina,
che è il mio paese, dove vive la mia famiglia. In una situazione
così tragica ho sentito la necessità di fare qualcosa. Ho dipinto
la mia auto con i colori dell’Ucraina e ho percorso 5/6000 miglia
attraverso gli USA, coast to coast, per sensibilizzare la popolazione e gli ucraini residenti in USA. Abbiamo raccolto fondi per aiutare le vittime della guerra. Mi sono accorto che avevo una causa
da sostenere, che non aveva a che fare con la mia carriera artistica, che era più grande di me. E mi sono accorto che questo
genere di coinvolgimento e di feeling era qualcosa che stavo
cercando da tempo nella mia vita.
Da piccolo, quando godevo di questo sistema di educazione artistica, mi venne data dal maestro una palla rossa, e questa palla
rossa mi accompagna da allora in tutti i miei numeri. Ora quel
sistema è fuori uso, e i tanti giovani talenti della nostra terra non
hanno nessuno che li aiuti a sbocciare. Ho dato vita alla VKF perché mi sembrava che il mondo avesse bisogno di un sistema di
valorizzazione e accompagnamento dei talenti giovanili. Da
bravo perfezionista quale sono diventato negli anni, ho messo su
un team di esperti e abbiamo lavorato sei mesi nella costruzione
di un progetto di fondazione che avesse delle basi solide, e un
ventaglio ampio di iniziative da supportare. Questo team è oggi
composto da me (Presidente), Aurelia Cats (vice Presidente),
Jo