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XXX GOLDEN CIRCUS
21 dicembnre / 12 gennaio 2014, Roma
www. goldencircusfestival.it
intervista a Liana Orfei e Paolo Prestipino foto di Daniele Rotondo
Liana Orfei
Il Festival Internazionale di Roma Capitale Golden Circus nasce nel 1984 da un'idea di
Paolo Pristipino, come omaggio al Principe
Ranieri, che aveva ridato lustro e dignità con
il suo festival al circo francese, un circo che
andava alla deriva con spettacoli di basso
livello. Fummo noi, Paolo come organizzatore, insieme a Liana, Nando e Rinaldo Orfei
a servire le strutture che ospitavano le
prime edizioni del festival di Montecarlo, e
con il Golden Circus cercammo di restituire
anche in Italia una antica dignità al Circo Italiano, che privilegiava le bellezze delle strutture all'importanza dello spettacolo.
Fin dall'inizio desideravamo presentare sia
la grande novità del nuovo circo sia le stelle del circo di tradizione. Una miscela che
rispecchiava le due anime dei fondatori: io
che venivo da una famiglia circense e
apprezzo la tradizione e Paolo, che viene
dal mondo dei "fermi", con una propensione per tutte le nuove proposte. Io venivo da
un mondo dove ogni movimento doveva
rispettare i codici estetici alla perfezione,
mentre nel nuovo circo una spaccata poteva essere fatta in tanti modi originali. Una
cosa che poi ho sposato in pieno, perché mi
stimolava, mi incuriosiva come potessero
inventarsi tante cose nuove, per certi versi
stonate. I primi spettacoli del nuovo genere
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li ho incontrati per strada, ma anche nell'avanspettacolo, nei cabaret. Questo settore si è sviluppato in diverse situazioni, al
contrario del circo di tradizione il cui ambito rimaneva sempre e solo sotto i tendoni,
con un genere ben codificato. E così al Golden abbiamo cominciato a mettere insieme
i due generi, facendoli anche stridere tra di
loro, generando curiosità e stupore. Inserendo un cantante di lirica, oppure una
colonna sonora, oppure una celebre violoncellista polacca che suonava sotto un
numero aereo. Vivevo tutto questo con
molta angoscia, temendo che il pubblico
non lo capisse. E invece ogni anno arrivava
una conferma. Il Golden è nato fin dall'inizio con questa caratteristica. Abbiamo sempre cercato la novità e lo spettacolo, il vecchio e il nuovo insieme, ma abbiamo lavorato anche alla coreografia, alla musica, ai
costumi, affinché ci fosse sempre un racconto, quasi una favola in scena, e non solo
una nuda successione di numeri come succede nei festival circensi.
Il duo ucraino-moldavo di giocolieri di quest'anno è un esempio di narrativa al cui
interno ttrova spazio la giocoleria. Cerchiamo sempre, quando é possibile, numeri
che comprendono un contesto narrativo.
Il Circo in Italia per il grande pubblico è
ancora un circo di leoni, zebre, tigri, e io
sono stata la prima a portare i cavali in libertà che raccontassero del loro rapporto con
l'uomo e non solo freddi esercizi di bravura
e tutto intorno piume e lustrini. E non è facile far capire al pubblico che il nostro spettacolo non è quello dei circhi che transitano
per Roma, nè nella programmazione nè nel
costo del biglietto. Io cerco di mettermi
nella mente del nostro pubblico, spesso di
famiglie, e so che offrire uno spettacolo di
solo circo contemporaneo o solo circo di
tradizione non riscuoterebbe il successo
dovuto. Per me e Paolo, il tradizionale ha un
futuro solo se affiancato al circo contemporaneo, e la longevità del Golden Circus è
una nota di grande orgoglio per tutta l'equipe che ci ha seguito in questi anni e che ha
creduto in questa visione.
Paolo Prestipino
Il Circo è lo spettacolo più antico del
mondo, musa ispiratrice di tutte le espressioni artistiche, oggetto di molte critiche
perché troppo spesso giudicato senza
avere la piena cognizione della sua storia