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Cie Pol & Freddy
Le Cirque Democratique de la Belgique
Festival Humorologie, Kortrijk/Marke
foto di Gino Cocquyt
ARTI CIRCENSI E COMUNICAZIONE
DALL’EXPERIENCE AD UNA STRATEGIA CONDIVISA
di Paola Bologna
responsabile comunicazione
e social media manager
Progetto Quinta Parete
Tutti noi tifiamo per il pubblico, per i silenzi
prima dell’inizio, per quella sua concentrazione di energia che sostiene l’irripetibilità
di ogni evento. Tutti noi siamo, prima di
tutto, pubblico. Ma cosa cambia quando ci
troviamo dall’altra parte, quando entriamo
nel nostro ruolo di organizzatori, uffici
stampa o artisti? E soprattutto: cosa succede oggi, quali sono le nuove sfide di un
periodo storico in cui la parola d’ordine è
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creare emozioni, in cui si parla di shopping
entertainment, come, all’estremo opposto,
di disneyficazione dei musei?
Lo spettacolo dal vivo parte sicuramente
avvantaggiato, perché ontologicamente
destinato alla proposta di emozioni ed
esperienze, di eventi unici e totalizzanti,
che già di per sé - a differenza di quanto
succede per i negozi ad esempio - coinvolgono l’utente finale in esperienze multisensoriali, che hanno a che fare più con
i de-sideri (inteso nel senso etimologico
di lontananze dalle stelle) che con il possesso di qualcosa. Il mondo delle arti cir-
censi, poi, gioca davvero in casa, e lo si
vede nel potere di richiamo del pubblico
che riesce ad esercitare, molto diverso da
quello dei suoi compagni di banco nel
novero delle attività culturali.
Fermo restando che l’ampliamento del pubblico, la sua diversificazione e il suo coinvolgimento restano comunque obiettivo
comune di tutti, cosa si può fare, davvero,
per ‘creare valore’, in un mondo in cui non
è necessario coinvolgere sociologi, psicologi, architetti, progettisti di parchi di divertimento, vetrinisti e ingegneri del suono per
migliorare la shopping experience?