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APPUNTI DI ESTETICA DELLO SPETTATORE
di Raffaele De Ritis
E se fosse solo una questione di sguardo?
E se tutta la magia del circo avvenisse solo
nella testa dello spettatore? Pensiamoci
un attimo. Il circo é il solo spettacolo in
cui chi lo esegue non ha bisogno di raccontare una storia. Ed é l’unico in cui lo
spettatore paga un biglietto senza sapere
esattamente chi o cosa vede. Invece di
una finzione, compra un sogno a occhi
aperti, un’esibizione di cruda realtà in cui
forse si cerca uno specchio in cui riflettere
parti di sé. Lo spettatore lo fa con la chiave
della curiosità: attraverso la serratura della
realtà cerca di spiare quali estremi il
nostro quotidiano solitamente ci nega,
ben sapendo che sono possibili: si spia il
contrario di quello che si fa col fisico, spinto a limiti insostenibili; la grottesca strafot-
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tenza a cui abbiamo rinunciato con l’infanzia; l’esagerazione a puri fini estetici di
rischio e pericolo. Lo stesso senso di colpa
del rapporto crudo e diretto con gli animali ci viene forse dalla negazione dell’Eden, che il circo vuole ricreare. Ed ecco
che perciò, sotto il tendone, il nostro
sguardo si misura con le conferme che
cerchiamo o che evitiamo: col sollievo di
non essere nati con tre gambe ma col terrore di poter un giorno camminare anche
noi senza rete sull’orlo di un baratro.
Davanti a quegli esseri umani crudi, veri,
implacabili nell’accerchiamento di luce di
uno spazio senza nascondigli, sincero e
spietato come solo la corrida, l’unica arma
é il sogno; é esso l’unico mezzo che possa
rubare la verità del nostro sguardo. E così,
dinanzi ad acrobati e domatori, dinanzi
agli oggetti che nell’aria non si fermano
Illustrazioni:
dettagli da originali d’epoca della
collezione privata di Raffaele De Ritis.
Tutti i diritti riservati.
perché devono presto ricadere, cerchiamo
di trasfigurare quella realtà implacabile e
farne un’esperienza di bellezza. Perchè
alla fine l’artista é uno sciamano, ed il suo
un umile ruolo di guida nell’invisibile. Il
resto sta a noi.
Il circo esiste da sempre, é vecchio quanto
lo sguardo stesso. Sarebbe interessante
esplorare quanto il pubblico, massa tutt’altro che informe, e il suo pun