Un consiglio per un mentee è quello di "far" parlare chi si ha di fronte per intervenire poi in un
secondo momento, adattando “registro” e “tono” delle argomentazioni. È un modo efficace per
avere riscontri positivi anche con genitori "scomodi".
Cinzia Vignoli
Ritengo importante in fase di presentazione dell'offerta formativa esplicitare il "patto formativo"
che scuola e famiglia andranno a sottoscrivere all'atto dell'iscrizione.
Laura Galli
A proposito dei genitori e del rapporto con loro mi viene sempre in mente un consiglio datomi ad
un corso di aggiornamento dal collega e relatore, il prof. Paolo Scorzoni, che nella sua semplicità
mi ha lasciato di stucco: “Bene – disse – io comincio sempre mettendo in luce un aspetto
positivo del loro figlio”. Da allora anche io, prima dei ricevimenti, mi “preparo” scrivendo vicino ad
ogni nome almeno una o due caratteristiche positive di quel ragazzo e cerco di cominciare sempre
così. In genere il genitore si “distende”, vede che apprezziamo il figlio ed è anche più disponibile
nell’ascoltare.
Francesca Bianchini
Quello che cerco sempre di fare prima di un colloquio con i genitori è:
- avere una situazione chiara dell'andamento didattico e disciplinare dell'alunno, non solo nella
mia materia
- cercare di capire chi ho di fronte, utile soprattutto quando si devono comunicare anche le notizie
negative
- essere supportato da documentazione, con verifiche scritte a portata di mano e registro
elettronico. Oltre alla valutazione in decimi ad ogni verifica, cerco di riportare sempre un giudizio
visibile alle famiglie.
- essere trasparente
- essere disponibile a ulteriori colloqui anche quando non è l'orario di ricevimento.
- cercare di raggiungere un accordo con i genitori per future comunicazioni.
Giuseppe Ammaccapane
Spesso durante i colloqui, mi rendo
conto che il disagio che manifesta in
classe un alunno rispecchia le
difficoltà di una serena convivenza in
ambito familiare. Ritengo quindi sia
molto importante che il docente
riesca ad individuare il corretto piano
d'intervento per cooperare con i
genitori per perseguire lo stesso
obiettivo, ossia il benessere sociale del
ragazzo.
Maria Angela Cerri
Deve essere chiaro sia ai genitori che
agli insegnanti che la loro azione è
interdipendente e lavorare in direzioni
diverse danneggerebbe solo i ragazzi.
Mariella Brunazzi
Co-working e world cafè
Si tratta di pensare diversamente la costruzione e la gestione
della scuola: gli attori protagonisti non sono più solo gli
insegnanti, ma tutti quelli che ne fanno parte a qualsiasi titolo.
Dunque, discutere del programma o della costruzione di una
nuova ala della scuola o dei risultati del primo quadrimestre o dei
banchi da acquistare o delle visite guidate o delle metodologie
didattiche significa mettere allo stesso tavolo, in momenti diversi
ovviamente, docenti, studenti, genitori, collaboratori, personale
di segreteria, DS e DSGA, Sindaco. E farlo davanti a un caffè e un
dolcino, in streeming quando non riguarda la privacy dei minori, è
ancora meglio.
https://metodipartecipativi.wordpress.com/2013/01/29/pillole-
partecipative-il-world-cafe/
Maria Nica
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