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Il gioco è un ottimo modo per motivare, ma anche per rompere il ghiaccio prima di un'attività, per omogeneizzare un gruppo di recente formazione, per integrare. Sara Viotti Partiamo dalle famiglie: se credono nella scuola, in ciò che può insegnare e sono disposti ad aiutarla nella crescita dei loro figli, allora anch’essi saranno motivati a venire a scuola e interessati a tutto ciò che si propone loro. Tamara Tittarelli È il problema dei problemi. Se si riuscisse a motivare gli studenti, tutti gli studenti, allora i problemi della scuola sarebbero risolti. Non ci sono regole fisse, dipende tutto dalle situazioni, dalle persone che ci troviamo davanti. Sono utili attività che facciano avvicinare sempre di più la scuola alla vita reale con compiti autentici, lezioni dal vivo, laboratori … Inoltre occorre lavorare molto sulla propria autorevolezza di insegnante: i ragazzi sono disponibili a lavorare con te se sanno di avere di fronte una persona coerente e “giusta”, con poche ma precise regole, che fa bene e con amore il proprio lavoro. E poi quella che don Bosco chiamava “amorevolezza”, cioè l’attenzione (un altro grande della scuola, don Milani, diceva “I care”) ai propri alunni come persone: ciò prevede che l’insegnante prenda in carico l’alunno con tutto il suo vissuto, le sue problematiche sociali e familiari. Bartolomeo Corbo È necessario avvicinare l’intervento dell’insegnante ai bisogni degli alunni quindi via al gioco con fini didattici! Progettare con le nuove tecnologie rende le lezioni più accattivanti e gli alunni meno annoiati. L’uso di LIM e tablet sono ottimi icebreaker all’inizio così come i giochi linguistici o motori che siano. In tal senso l’uso della piattaforma eTwinning risulta un ottimo alleato per motivare gli alunni allo studio anche di discipline come la storia o la letteratura in un’ottica di innovazione per il raggiungimento delle competenze attese. Le attività postate e svolte in piattaforma sono compiti di realtà in situazione e se svolte in lingua straniera sono attività CLIL. Altro modo di usare le Tic è in modalità BYOD che rende gli studenti, oltre che motivati, responsabili. Cinzia Marrone Non puoi motivare se non sei motivato tu, ma anche se non trasmetti ai tuoi studenti - di qualsiasi età - il rispetto, la fiducia e l'interesse verso di loro, come persone. Come spesso dico ai miei ragazzi, "non confondete la mia valutazione su una vostra performance dal mio giudizio su di voi come persone, che è sempre basato sul rispetto e la fiducia". Nella mia esperienza ho visto che questo ha sempre funzionato, in tutti i contesti. Elena Pezzi Io parto dal terzo educatore, dall'ambiente. Ho bisogno di guardare negli occhi i ragazzi e dunque la prima cosa che faccio è cercare la prospettiva migliore per averli tutti a portata di sguardo. Sposto la cattedra oppure prendo la mia sedia e la porto tra i banchi; se c'è lo spazio cambio la loro disposizione. Quando entro per la prima volta in una classe, ciò che dico, dopo essermi brevemente presentata, è che la bellezza di un gruppo fatto di persone che non si sono scelte e che dovranno condividere tanta parte della loro giornata, è proprio l'arricchimento che verrà a ciascuno dalle diversità di tutti. Maria Nica Rendendoli partecipi del loro processo di apprendimento, ponendo domande stimolo e lasciando loro il tempo di riflettere e rispondere senza intervenire per correggere eventuali errori. Anna La Montagna 14