In nome del rock italiano by Parisi & Romero | Page 34
inventarsi per attirare l'attenzione”. Che ci volete fare,
va così.»
«Quindi, quelli che ti hanno avvicinato in
aeroporto lo hanno fatto perchè pensavano fossi
Sting!»
«Non solo, destino ha voluto che tre di quelli
che hanno voluto l'autografo, nonostante io abbia
chiarito di non essere un ex Police, erano presenti a
Modena: ecco perché affermavano di avermi visto al
tuo concerto.»
Era tutto chiaro.
“Sting”, anche lui, era ovviamente diretto a New
York. Ma lui non era il Komandante. Artisticamente
non si poteva sospettare che avesse grandi
collegamenti americani. Ma, ormai, il capo e John, si
erano informati su tutta la sua carriera. Non ci
sarebbe rimasto male a chiedergli cosa lo spingeva
verso la grande mela.
«Ma niente. Ho un parente che ha fatto strada
come sound engineer di Springsteen. Il grande
americano si fida solo delle sue registrazioni. Adesso
non sono in tour. Mi ha invitato a passare qualche
mese nel New Jersey, mi porterà a visitare gli studios.
Ha promesso di farmi registrare con gli strumenti di
Bruce: non vedo l'ora!»
«A te basta questo?» chiese il musicista di Zocca.
«Volevo scrivere canzoni e lo faccio. Sono a
posto.»
«Come me.»
«…»
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