In nome del rock italiano by Parisi & Romero | Page 33
la guest star. Mi hanno pure segnalato un brano che
volevano a tutti i costi ascoltare: “Russians”.»
«”Russians”?» commentò John.
«Bella canzone. Ma…»
I due lo guardarono come se fosse la prima
volta. Eppure, ormai, a momenti si potevano
considerare amici. Se non amici, almeno conoscenti.
«Mainkia!» esclamò l'americano.
«Si dice “minchia”. Comunque vada anche
“mainkia”: ma per cosa?» lo corresse il Komandante.
«Ma capo, come per cosa: guarda bene il nostro
compagno di volo!»
«Doppia mainkia, eravamo presi così tanto dal
non capire perché tu avessi dei fan da perfetto
sconosciuto che ci è sfuggita la parte più palese: sei la
fotocopia di Sting!» esclamò l'emiliano.
«Già» chiarì il cantautore, «al tuo concerto mi
presero per il bassista dei Police. Mi ricordo che
intervenne anche la polizia. Si era fatto un gruppo
convinto che fossi tuo ospite e… paradossalmente, i
primi 10 minuti lo credettero anche gli agenti che si
avvicinarono per capire cosa stesse succedendo. Uno
di loro, fan storico del cantante e musicista inglese,
mi disse “No one has informed us of your
participation, Mr. Gordon Matthew Thomas Sumner.
Come here we find the changing rooms and thanks
to be in Italy!”. Quando spiegai di essere uno
spettatore, lo stesso che mi aveva usato tanto
riguardo, commentò che “La gente non sa cosa altro
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