In nome del rock italiano by Parisi & Romero | Page 25

«Eppure, sono sempre aperti. O quasi. Dicono che quando le macchine per caffè sono sempre in funzione dovrebbero dare fuori il nettare degli dei, invece…» disse il cantante che di caffè ne capiva. Artemisio invece gradì. Chiese: «Non era buono il tuo?» «Non era buono né il mio né il tuo.» «No. Il mio era buonissimo.» «Amico mio, voi americani trovereste buono anche un caffè fatto con la cicoria secca: è una questione di cultura. In America bevete la quantità. In Italia, la qualità. Oh, intendiamoci, è un discorso limitato solo al caffè… che dovrebbe essere allargato a cose più importanti. Ma saremmo già in un altra dimensione argomentativa» concluse l'italiano. Mancavano 20 minuti all'imbarco. Si sedettero. Qualcuno mormorava di nascosto “ma è quello di Modena Park!”. Qualcun altro commentava “può essere, ma non ci giurerei”. I più saggi negavano con decisione “macché, non è gente che viaggia normale quella”. Non mancavano i precisini che volevano sapere tutto di tutti e chiedevano “non viaggiano normale? Perché esiste un viaggiare anormale?” Poi, una ragazza si alzò con decisione. Era armata. Di penna e foglio. E si dirigeva verso il Komandante e John/Artemisio. «Ci hanno scoperto» commentò il capo. «La pierre non sarà contenta» aggiunse John. 25