IL SUD ON LINE MAGAZINE 19 - Il Sud On Line - 14 maggio 2016 | Page 19

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Il rapporto di Confindustria sul Sud

dalla storia, non sia immutabile, non sia irreversibile, ma dipenda dalle stagioni dello sviluppo e da precise scelte politiche compiute o mancate, che hanno adeguatamente o meno risposto alle sfide del proprio tempo”.

Il dibattito – “Il ragionamento meridionalistico non deve essere sul Mezzogiorno, ma sull’Italia, in un’Unione europea e un mondo globalizzato in cui non siamo competitivi come sistema Paese”, ha dichiarato il Presidente della SVIMEZ Adriano Giannola nel corso del dibattito. “Difficile cambiare verso soltanto con le pur importanti riforme istituzionali; serve un progetto italiano in cui il Sud sia riconosciuto come ingrediente fondamentale. È necessario e opportuno infatti un ripensamento del ruolo complessivo Nord-Sud per uscire dalla crisi e dal declino italiano”. “L’unificazione economica dell’Italia è stata per anni il cruccio del fondatore della SVIMEZ Pasquale Saraceno, ha sostenuto il Consigliere SVIMEZ Amedeo Lepore, e quest’obiettivo alla SVIMEZ è stato portato avanti da uomini di estrazioni culturali diverse, animati tutti dallo stesso intento riformista. Oggi non serve parlare soltanto di iniziative dall’alto o dal basso, di questione meridionale e settentrionale. L’esperienza della Cassa insegna la possibile reciprocità di interessi tra Nord e Sud”. Si sofferma invece sui diversi indirizzi di policy per il Mezzogiorno il Consigliere SVIMEZ Paolo Baratta: “Al filone rivendicazionista di alcune tendenze separatiste si sono presto affiancati il filone perequativo, basato sulla necessità della distribuzione del reddito verso le regioni più povere, e quello selettivo, nelle sue due anime: una più favorevole al sostegno degli investimenti per aumentare la capacità di reddito, l’altra maggiormente incline alla necessità di un coinvolgimento più forte dell’industria nel processo di sviluppo. Nella dinamica tra interventi perequativi e selettivi è prevalsa la prima istanza, conclude Baratta, ma a oggi non si è dimostrata sufficiente”. Ha invece posto delle domande più che fornire delle risposte il Consigliere Piero Barucci. Nel ripercorrere il dibattito politico degli anni ’50 e ’60 della Cassa, nella golden age, la profonda riflessione dei diversi partiti e delle istituzioni del tempo sulla questione meridionale, si chiede Barucci, “alla fine ci dobbiamo abbandonare a un doloroso ricordo di quello che è stato oppure con un colpo d’ala possiamo pensare a un altro scenario?