propri clienti gli incrementi dei costi di produzione .
Che dinamiche di prezzo dobbiamo aspettarci in futuro ? Le dinamiche di prezzo non sono prevedibili in quanto non legate esclusivamente all ’ andamento dei raccolti siano essi nazionali , comunitari o internazionali , andamento peraltro , a sua volta , difficilmente previsibile . I fattori che possono influire sull ’ andamento dei prezzi delle materie prime , anche energetiche , sono numerosi , imponderabili e talvolta del tutto inattesi ed in ogni modo non appaiono in alcun modo governabili dall ’ industria molitoria che , nella circostanza , era e rimane un attore passivo .
Come vede , in generale , il comparto molitorio nel tenero e quali sono le sfide per l ’ immediato futuro e per quello a lungo termine ? Sul fronte dell ’ approvvigionamento , il cambiamento climatico in atto , che a mio parere costituisce la maggiore tra le sfide chiamate ad interessare il comparto agricolo mondiale , sembra destinato a modificare sostanzialmente le caratteristiche dell ’ offerta sotto il profilo sia quantitativo , sia qualitativo . A fronte di quello che potrebbe risultare essere la maggiore emergenza dei prossimi anni , le risposte dei decision makers , in particolare comunitari , sembrano purtroppo non essere univoche . Gli orientamenti della prossima Commissione europea in materia , in particolare in materia di ricerca , appaiono in questo ambito di assoluta importanza .
Circa invece il grano duro , in questi giorni il suo prezzo è calato di nuovo arrivando a 30 euro / quintale , il livello più basso da 4 anni . Conviene ancora coltivarlo in Italia , oppure hanno ragione gli agricoltori che sostengono il contrario ? Intanto è opportuno rammentare che le dinamiche dei prezzi del grano duro , così come quelle del grano tenero , non appaiono governabili dall ’ Industria molitoria nazionale . Le quotazioni nazionali della materia prima derivano dall ’ andamento delle quotazioni internazionali , dalle quali non si può in alcun modo prescindere anche tenuto conto che il nostro Paese è strutturalmente importatore sia di frumento tenero , sia di frumento duro , per delle percentuali rispettivamente del 60 percento e del 35 percento del proprio fabbisogno . Ciò evidenziato , appare evidente che il mondo agricolo sta attualmente affrontando una situazione di grande difficoltà che tuttavia non può trovare quale unica origine il livello delle quotazioni del prodotto ma anche e soprattutto le criticità che da decenni affliggono la nostra agricoltura e che sono state sinora colpevolmente ignorate : frammentazione dell ’ offerta , inadeguatezza delle
strutture di stoccaggio , carenza nella ricerca costituiscono solo alcune delle problematiche del comparto primario italiano che determinano un gap di competitività rispetto ai principali altri competitors sia europei , sia internazionali .
Se le coltivazioni venissero ridimensionate , quali potrebbero essere le conseguenze sui i mulini che da anni , invece , puntano sul grano italiano nella loro comunicazione ? Non ritengo che possa verificarsi nel futuro un sensibile ridimensionamento delle superfici produttive . Ciò premesso , ritengo altresì che , oltre all ’ aspetto quantitativo , la vera sfida sia quella dell ’ incremento qualitativo della produzione nazionale volta a consentire anche una maggior valorizzazione del prodotto . Perché il nostro dovere , come industria di trasformazione , è quello di offrire prodotti , farina e semole , di alta qualità rispondente alle richieste dell ’ Industria della seconda trasformazione e alle giuste esigenze dei consumatori . E questo è possibile solo trasformando le migliori varietà di frumento , quale che sia la loro origine . Lo sviluppo di filiere nazionali dalla produzione alla trasformazione deve costituire una priorità ma , per raggiungere questo obiettivo , il concetto di italianità dovrà necessariamente essere identificato a quello di qualità , a partire dalle caratteristiche della materia prima .
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