IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | 页面 98

Dio era il Dio Creatore, Jehovà Satanàs, in nessuno poteva attribuirsi il suo lignaggio; e al di fuori del Dio Creatore giudeocristiano solo esistevano la superstizione ed i Demoni. Così, infatti, era una questione di principi quella di eliminare certi Re che, non solo dichiaravano di appartenere ad un lignaggio Divino, ma che affermavano ricordarlo con il sangue: questo vincolo tra la Divinità e la nobiltà reale, molto popolare tra i franchi, era un ostacolo molesto per quei Sacerdoti che pretendevano presentarsi come gli unici rappresentanti di Dio sulla Terra. Alla morte di Carlo Martello nell'anno 741, gli succedono i suoi figli: Carlomanno, come maggiordomo di Austrasia, Alemannia e Turingia e Pipino il Breve, come maggiordomo della Neustria, la Burgundia e la Provenza. Carlomanno, che in seguito si sarebbe ritirato al monastero di Monte Cassino, concede a San Bonifacio totale libertà per riformare la Chiesa Franca d'accordo con la Regola benedettina; un'altra parte la farà Pipino. In pochi anni, mediante una serie di Sinodi che vanno dal 742 al 747, si ridusse tutta la Chiesa Franca sotto il controllo dell'Ordine Benedettina. Anche Carlomanno e Pipino sono dominati dall'Ordine. San Bonifacio comunica a Pipino il piano dei Golen: con l’approvazione del nuovo Papa Zaccaria, si spodesterà il Re Chilperico III, l'ultimo dei Divini Merovingi; al suo posto sarebbe stato scelto Pipino dai Grandi del Regno e la sua nomina sarebbe stata legittimata, analogamente all'Antico Testamento, dall'approvazione del Papa e l'unzione di San Bonifacio. Il pagamento del nuovo Re, per legittimare la sua usurpazione, sarebbe consistito in un considerevole bottino: la creazione degli Stati Pontifici. Ma questa ricompensa non avrebbe ridotto per niente il potere del Regno Franco perché non si sarebbero costituiti a loro spese ma a quelle dei lombardi e dei bizantini: in effetti, il Papa sollecitava in pagamento della Sua alleanza con il Re Franco alcuni territori che dovevano essere precedentemente conquistati. Concertato l'accordo, nel novembre dell'anno 751 il Re Chilperico III era confinato in un monastero benedettino e Pipino il Breve proclamato Re e unto da San Bonifacio. Nel 754 il Re Pipino ed il Papa Stefano II si riuniscono a Ponthiòn (Pons Sancti Hugonis) dove firmano un trattato per il quale i franchi si compromettono di lì in avanti nella protezione della Chiesa Cattolica e nel servire il Trono di San Pietro. In questo modo, nel 756, i franchi donano a San Pietro l'Esarcato di Ravenna, Venezia, Istria, la metà del Regno longobardo ed i ducati di Spoleto e di Benevento. Con il Pipino il Breve si inaugura la dinastia carolingia, pietra fondamentale nell'opera della Fraternità Bianca. Da quello che ho esposto, emerge chiaramente che la corte e tutti gli ingranaggi dello Stato Franco erano controllati dall'Ordine benedettina: non sarà difficile immaginare, allora, in che classe di ambiente si sarebbero educati i loro figli nipoti e familiari, e quali le credenze che gli sarebbero state inculcate passando sopra all'antica religione "pagana" dei germani ed ai loro Dei ancestrali. In vista di questo, bisognerà riconoscere a Carlo Magno l'aver fatto tutto il possibile per convertirsi in giudeocristiano e compiere il piano dei Golen. Il frutto di secoli di paziente e riservato lavoro ottenuto nei monasteri benedettini si poté osservare nella corte carolingia, specialmente nella denominata "Scuola Palatina". Questa