IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 8
Fu durante i duri interrogatori che si considerò la possibilità che Belicena Villca fosse
mentalmente squilibrata, in modo che, dopo la consulta dei medici militari, si era disposto il
suo trasferimento all'Ospedale Neuropsichiatrico Dr. Javier Patrón lsla. In quanto al figlio,
l'esercito non conosceva la sua ubicazione né se militava in qualche organizzazione
sovversiva; la sua scomparsa giustamente allertò le autorità in quanto si pensò che era
passato alla clandestinità. Quest'idea si confermò al conoscere la sorprendente attività
della madre, motivo che alla fine causò il suo arresto. L'informazione precedente la
somministrava il colonnello in modo da non dare credito a eventuali storie o reclami che
potesse presentare l'inferma.
Secondo il Dottor Cortez il tono della lettera non ammetteva repliche; era un ordine
internare Belicena Villca. Nel suo criterio bisognava considerare due possibilità: o la
donna era uscita di senno durante "l'interrogatorio" o la storia che presentava l'esercito era
reale. Quello che doveva scartarsi a priori era una terza ipotesi: che sapesse qualcosa
sulla sovversione... In questo caso sarebbe stata condannata all’esecuzione. Correvano
tempi difficili in quel momento; l'Argentina occupata militarmente nel 1976, stava
sopportando una depressione tremenda che cominciò con lo sterminio dei famosi guerrieri
nihilisti (guerrilleros nihilistas), tale la definizione ufficiale e si concluse con un bagno di
sangue degno di Caligola, dove caddero, oltre ai miseri guerriglieri, gente di ogni genere. I
morti e gli scomparsi si contavano a migliaia e, in un'atmosfera veramente pericolosa, non
era un bene per la salute discutere le direttive militari.
-Già verranno tempi migliori- ci diceva il Dottor Cortez - Ricordate che i militari si
governano con le leggi della Strategia. - E con la sua abituale erudizione, citava
Machiavelli, genio della Strategia, che nella sua opera "Il Principe" dice: "...
All'impossessarsi di uno Stato un usurpatore deve riflettere sui crimini che gli è obbligato a
commettere, ed eseguirli tutti in una volta, in modo da non doverli ripetere ogni giorno e, al
non avere questa necessità, possa conquistare gli uomini a forza di benefici". "Perché le
offese devono essere inferte tutte insieme, in modo che, durando meno, feriscano meno;
mentre i benefici devono essere proporzionati poco a poco, al fine di essere assaporati
meglio".
Questa era, per il dottor Cortez, la filosofia del Governo.
Ricordo come se fosse oggi quando accompagnai Belicena Villca al padiglione B, il suo
fare colto e la sua semplice eccellenza. Senza essere realmente alta lo sembrava dovuto
al suo corpo minuto però eretto; i capelli lisci e neri, di morbidi filamenti, le cadevano fino
ai fianchi. Gli occhi, leggermente a mandorla, erano verdi e il naso, un po' prominente
dava un effetto di fermezza al volto, incorniciato in un ovale quasi perfetto. La sua bocca,
proporzionata, era di labbra carnose; le sopracciglia: folte e dritte sopra agli occhi. Tutto in
lei emanava un'aria vitale e per niente segnalava un'età di quarantasette anni e,
nonostante i rigori passati avessero lasciato un'impronta scarnita, si indovinava che
durante la sua gioventù era stata una donna di straordinaria bellezza.
Gli studi realizzati nell'ospedale, confermarono che Belicena soffriva di qualche tipo di
schizofrenia, per cui il dottor Cortez, non tanto sensibile a considerazioni estetiche, decise
di mantenere la diagnosi dei medici militari "demenza senile irreversibile" anche se tale
valutazione fosse stata totalmente ingiusta.