IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 49
In seguito al loro arrivo nella penisola iberica, i Golen cercarono in numerose occasioni di
occupare il Bosco Sacro e di controllare il Culto alla Dea del Fuoco Freddo, ma furono
sempre respinti dalla gelosa e ostinata pazzia mistica dei Signori di Tharsis. Arrivarono
perfino ad offrire un'autentica Lampada Perenne degli Atlanti scuri, sapendo che non ne
avevano una ed erano obbligati a vigilare permanentemente la fiamma della loro lampada
primitiva ad olio ed amianto. Non bisogna chiarire che la offrirono a cambio
dell'unificazione del Culto e dell'istituzione del Sacrificio rituale e che simile proposta
risultava inaccettabile per i Signori di Tharsis, perché esso era ovvio a questo punto del
racconto. Come è anche evidente che questa resistenza, insolita per chi si era imposto su
tutti i popoli nativi, unita all'impossibilità di impossessarsi della Spada Saggia, li stava
permanentemente alterando nei confronti dei Signori di Tharsis. La reazione dei Golen
scatenò quella campagna internazionale invitando alla conquista di Tharsis che culminò
con il pericoloso tentativo di invasione fenicia dalle Baleari o da Gades (Cadice). Però i
Signori di Tharsis convocarono i lidi e fecero desistere i fenici dal loro progetto di
conquista perlomeno per i seguenti quattro secoli. Dall'alleanza fra gli iberici ed i lidi sorse
"l'Impero di Tartesso" che molto presto si espanse per tutta l'Andalusia, la "Tartesside", e
privò i fenici di colonie costiere nel loro territorio. Le Baleari e l'isola di León, sede di
Cadice, rimasero isolate da terra poiché i tartessi permettevano loro di mantenere
solamente un commercio esiguo attraverso i loro propri porti. Quale sarebbe stata la
seguente reazione dei Golen di fronte a questo potere che si sviluppava al di fuori del loro
controllo e che frustrava tutti i loro piani? Prima di rispondere, egregio e, paradossalmente,
paziente Dottor Siegnagel, devo mettervi a conoscenza delle conseguenze che la
presenza dei lidi produsse nel Culto del Fuoco Freddo. Per comprendere quello che segue
solo bisogna ricordare che i lidi erano più "colti" degli iberici, cioè, più civilizzati
culturalmente, mentre i più "incolti" iberici, cioè, più barbari, erano più "cresciuti"
spiritualmente dei lidi, possedevano più Saggezza che conoscenza.
Queste differenze avrebbero comportato che i Principi lidi, adesso della stessa famiglia dei
Signori di Tharsis, accettassero senza approfondire il significato esoterico del Culto alla
Dea del Fuoco Freddo, che da lì in avanti si sarebbe chiamata per comune accordo
"Pyrena" e impiegassero tutto il loro sforzo per perfezionare la forma essoterica del Culto.
Tale applicazione va sempre contro la parte esoterica e, non potrebbe essere in altra
maniera, alla lunga sarebbe risultata fatale per i tartessi. Però questo già lo vedrete, infatti,
come ho annunciato, sto andando avanti passo per passo.
I lidi, come in altre industrie, erano abili artigiani della pietra. Cosa credete che abbiano
fatto del loro desiderio di perfezionare la forma esteriore del Culto? Decisero, di fronte
all'orrore dei loro parenti iberici che non potevano fare niente per impedirlo, di scolpire il
Menhir del Bosco Sacro con la Figura di Pyrena; la scultura avrebbe contribuito a
sostenere il Culto, spiegavano, poiché il popolo lidio aveva bisogno di un'immagine più
concreta della Dea: la sua rappresentazione come Fiamma era troppo astratta per loro.
Il Menhir consisteva in una pietra grezza di un colore olivastro, di 5 metri d'altezza, con la
forma di un cono tagliato: i lidi si proponevano di impiegarlo integralmente per scolpire la
Testa della Dea. D'accordo col progetto, la nuca doveva rimanere di fronte al Melo, in tal
modo che il Divino Volto osservasse direttamente il popolo; e la gente, distribuita su un
chiaro del bosco circostante dal quale si dominava la scena rituale, avrebbe visto il Volto
della Dea e, dietro di lei, il Melo di Tharsis. Due maestri scultori lavorarono nella scultura,