IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 48
raggiungere l'uomo che avesse iniziato il sacerdozio della Dea, la storia del melo era già
stata scritta, in cambio la storia del roseto si stava scrivendo in continuazione; e la parte
migliore ancora non era stata scritta: finalmente sarebbero venuti al mondo, un bel giorno,
uomini da un cuore talmente perfetto, che si sarebbero prodotte le rose più belle, come
mai prima si erano viste sulla Terra.
Con questa spiegazione, si capirà perché i Sacerdoti avevano permesso che un vecchio
roseto di pitiminí (rampicante con rose piccole) si arrotolasse come serpente intorno al
tronco del Melo di Tharsis: indubbiamente, tale forma dei due alberi era necessaria per
rappresentare il citato segreto del Culto. Il rito obbligava ad adorare il Fuoco della Dea e
ad ammirare il fiore del melo, desiderando intensamente che la Dea mantenesse la
Promessa e il cuore del Sacerdote diventasse come il fiore del roseto. Inoltre il popolo,
che abitualmente ignorava quest'interpretazione del Culto, arrivava da tutte le parti al Melo
di Tharsis per compiere le sue offerte di fronte all'Altare del Fuoco della Dea.
Quando i miei antenati acquisirono i diritti sul Feudo di Tharsis, che allora era molto ridotto
ed era devastato dalla recente guerra contro i fenici, si presero la responsabilità,
naturalmente, del Culto Locale, anche se non avevano una Lampada Perenne.
Praticamente non introdussero riforme riferenti alla Promessa infatti accettavano come un
fatto che il cuore fosse relazionato con il fiore del melo e che l'adorazione alla Dea
avrebbe provocato una trasmutazione analoga al fiore del roseto. Solamente in quello che
Riguardava il Fuoco si poté apprezzare il primo effetto visibile che la missione familiare
stava causando nei Signori di Tharsis; aggregarono al titolo della Dea la parola "freddo",
cioè, che Belisana era adesso "la Dea del Fuoco Freddo". Spiegarono questo cambio
come una rivelazione locale della Dea. Essa aveva parlato ai Signori di Tharsis; nella
comunicazione, affermava che sarebbe stato il Suo Fuoco quello che si sarebbe installato
nel cuore dell'uomo e lo avrebbe trasmutato; e che quel Fuoco, al principio estremamente
caldo, finalmente sarebbe diventato più freddo del ghiaccio: e sarebbe stato quel
Fuoco Freddo quello che avrebbero prodotto la mutazione della natura umana.
Bisogna vedere in questo cambio qualcosa in più di un semplice aggregato di parole: per
la prima volta che in un Culto appariva la possibilità di affrontare e superare il timore, cioè,
il sentimento che in tutti i Culti assicurava la sottomissione del credente; il timore degli Dei
è un sentimento necessario e fondamentale da mantenere vivo per assicurare l'autorità
terrestre dei Sacerdoti; se l'uomo non li teme, al finale si ribellerà contro gli Dei: però prima
si innalzerà contro i Sacerdoti degli Dei. Ribadisco che questo cambio non si vedrà se
prima non si chiarisce qualcosa che al momento non è tanto ovvio: il fatto che in tutte le
lingue indo germaniche "freddo" e "timore" hanno la stessa radice, quello che ancora si
può intuire, per esempio, nella parola brivido (di terrore). Bene, a quei tempi, la parola
"freddo" era sinonimo di "terrore" e, di conseguenza, quello che significava il nuovo Culto
era che un terrore senza nome si sarebbe installato nel cuore del credente come "Grazia
della Dea" e che quel terrore avrebbe causato la sua perfezione.
Così Belisana, la Dea del Fuoco Freddo, si era convertita anche nella "Dea del Terrore",
un titolo che, anche se i signori di Tharsis non potevano saperlo, appartenne in tempi
remotissimi alla stessa Dea, infatti la sposa di Navutan era conosciuta ugualmente come
"Frya, Colei che Infonde Terrore all'Anima e Soccorso allo Spirito".