IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 45

andava a cercare ad Albione (Gran Bretagna), tutto, fino agli alimenti, si produceva a Tartesso. Evidentemente per influenza del Patto Culturale, l'alleanza fra il mio popolo ed i lidi culminò in un'esplosione di civilizzazione. Molto presto l'antico Feudo di Tharsis si convertì nel "Regno di Tartesso" e, in pochi secoli, si estese per tutta l'Andalusia: i tartessi fondarono allora importanti città, come Menace, oggi chiamata Torre del Mar, o Masita, che gli usurpatori cartaginesi ribattezzarono Cartagena. La loro flotta arrivò ad essere tanto potente quanto quella dei fenici ed il loro commercio, altamente competitivo per la miglior qualità dei prodotti, riuscì a mettere in grave pericolo l'economia degli uomini Rossi. Recentemente a partire dal secolo IV A.C., a causa della colonizzazione greca e dell'espansione della colonia fenicia di Cartagine, la supremazia commerciale e marittima mediterranea dei tartessi diminuì abbastanza. Devo insistere sul fatto che l'essere parenti stretti facilitò enormemente l'integrazione con i pelasgi. Questo si è accertato specialmente nel caso del Culto, quasi non esisteva differenza tra i due popoli infatti anche i lidi adoravano la Dea del Fuoco, che conoscevano come Belilith. In poche parole: per i lidi, Beleno era “Bel”, e Belisana, “Belilith”; in più, per provenire da una regione dove il Patto Culturale aveva maggiore influenza, presentavano alcune differenze nella lingua e nell'alfabeto sacro; l'antica lingua pelasgica, che nel mio popolo ancora si parlava con abbastanza purezza, aveva sofferto nei lidi l'influenza delle lingue semitiche ed asiatiche: comunque, quel gergo di marinai, era più adeguato per il commercio estero che essi praticavano. L'altra differenza era nell'alfabeto: migliaia di anni prima il mio popolo aveva dimenticato la Lingua degli Uccelli; però, gli ultimi Iniziati ed in seguito i Sacerdoti della Fiamma, conservarono l'alfabeto sacro di 13 + 3 Vrune, dei che rappresentavano con 16 segni formati con linee rette ai quali avevano associato un suono della lingua corrente: in questo modo disponevano di tredici consonanti e tre vocali; le vocali le conoscevano solo i Signori di Tharsis poiché esprimevano il Nome pelasgico, segreto, della Dea Luna, qualcosa come IOA; infatti: la novità che portavano i lidi era un alfabeto sacro composto da 13 + 5 lettere, cioè da 18 segni che rappresentavano suoni separati della lingua corrente; anch'esso aveva 13 consonanti, però le vocali erano cinque: e, le due aggregate, i lidi non potevano sopprimerle ormai senza perdere più della metà delle loro parole. Di tutto questo, il fatto più importante, quello che doveva essere accordato in anticipo, era il Nome della Dea ed il numero dell'alfabeto sacro. Sul primo, si convenne di riferirsi alla Dea di lì in avanti con un Nome più antico, che era stato comune tra i due popoli: Pyrena; da allora Belisana e Belilith, sarebbero state per i tartessi la Dea del Fuoco Pyrena. Con rispetto al secondo, i Signori di Tharsis che erano in quest'occasione schiacciati sotto la pressione nemica, non ebbero altro rimedio che accettare l'imposizione dell'alfabeto sacro di 18 lettere: l'unica consolazione, ironizzavano, consisteva nel fatto che "il numero 18 piaceva molto di più alla Dea che il 16". Per il resto, i lidi avevano sofferto una sorte simile a quella del mio popolo. In un certo momento della loro storia li vinse la Fatica della Guerra e finirono col cedere di fronte ai popoli del Patto Culturale; gli ultimi dei loro Iniziati riuscirono allora a plasmare le "missioni familiari" in un numero ancora maggiore di Stirpi di quelle esistenti tra i miei; questo spiega la grande quantità di famiglie di artigiani, specializzati nei mestieri più diversi, che integravano il popolo dei lidi.