IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 4

registra il passaggio di venerabili figure per le celle di celebri manicomi. Ricordai Nietzche, Ezra, Pound, Antonin Artaud, il giocatore di scacchi Morphy, il matematico Cantor, e molti altri. Ragionai che quei famosi personaggi presentavano quadri di schizofrenia acuta, come il mio paziente, cosa che significa che la coscienza si trova frammentata anche se non dissolta e possono, eventualmente, prodursi stati di lucidità temporale dove la condotta è più o meno normale. Mi dissi che se Cantor elaborò la geniale teoria dei Numeri Transfiniti e se Nietzche durante i suoi dieci anni di internato poteva citare Omero, Empedocle e qualsiasi altro classico, a memoria e in greco antico, era possibile in una misura infinitamente minore, che la vicenda di Belicena Villca fosse in parte vera. Chiaro, questo sillogismo apparentemente incosciente sorprenderà il lettore; però tutto questo lo pensai di fretta, molto di fretta: perché Belicena Villca era stata assassinata. Capitolo II Quello sgradevole avvenimento, perturbò il funzionamento impeccabile dell'ospedale precipitando tutti in uno stato di malessere e angoscia indescrivibili. Particolarmente colpito fu il nostro direttore, l'eminente dottor Cortez, il quale temeva che lo scandalo arrivasse a macchiare il nome dell'illustre eroe locale che porta l'ospedale, fatto che, secondo la sua chiara logica, influirebbe negli assegni che la potente famiglia del defunto faceva arrivare mensilmente. Non stancherò il lettore con tanti dettagli su questo caso, commentato abbondantemente dalla stampa. Chi desidera farlo può consultare il quotidiano l'Eraldo di Salta, nelle edizioni della settimana che va dal 7 al 15 gennaio del 1980, dove troverà tutta l'informazione. Solo ricorderò qui l'essenziale, giacché lo sviluppo di questo caso reale, richiede la considerazione delle strane circostanze nelle quali è avvenuto il crimine e il mistero che lo circondò... e che ancora persiste; infatti la polizia non riuscì a far luce sul caso. Inoltre validi funzionari manifestano dubbi sul fatto che un giorno sarà possibile risolverlo. Due elementi tanto assurdi quanto irrazionali intervennero in maniera definitiva nell'esito fatale, impedendo ogni possibilità di realizzare congetture coerenti; il primo fu un fatto indiscutibilmente verificato: il crimine fu realizzato in una cella per malati con psicosi, ermeticamente chiusa con una porta pesante di acciaio, fra le 00:00 e le 02.00 della notte del 6 gennaio, senza che nessuno, assolutamente nessuno, fosse entrato durante questo lasso di tempo. Questo fu verificato con successo grazie a un avvenimento fortuito. Era la notte del 5 gennaio, come dire, la notte in cui si festeggia l'arrivo dei Re Magi (la Befana in Italia), parte del personale era andato a distribuire regali all'ospedale dei bambini e al orfanotrofio di San Francesco di Assisi. Tra di loro si trovava il nostro esimio direttore il dottor Cortez, il quale alle 11:00 era già tornato, ancora con addosso il vestito di Babbo Natale e disposto a effettuare la visita di controllo che, da moltissimi anni, realizza in tutti i padiglioni per raccogliere le relazioni finali. Bene, proprio il dottor Cortez vide per l'ultima volta viva Belicena Villca alle 23,50, quando, a causa di una crisi isterica nella sua seconda fase, generò un disordine generale del padiglione B: correva disperatamente nel ridotto spazio della sua cella, con gli occhi fissi ed esorbitanti, mentre gridava “Pachachutquiy”, “Pachachutquiy”, parole in questo momento per me incomprensibili, sebbene riconoscemmo che si trattava del dialetto quechua. Dall'altra parte, quell'attacco era un sintomo anormale in lei.