IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 38
famiglia possedette allora la Spada Saggia, con la Pietra di Venus degli Atlanti bianchi e la
Lampada Perenne, con la Fiamma degli Atlanti scuri. La Spada Saggia invece, non
avrebbe ancora svolto il suo ruolo: era solo gelosamente conservata, per tradizione
familiare, poiché era stata persa la facoltà di vedere il Segno dell'Origine sopra la Pietra di
Venus. In cambio alla Lampada Perenne, al Culto della Fiamma Sacra, si offriva tutta
l'attenzione. Così, ci furono discendenti che riuscirono a perfezionare la Divina Fiamma,
approssimandola ogni volta di più all'archetipo igneo della Dea. Ci furono anche
discendenti che riuscirono ad isolare ed apprendere l'essenza dell'igneo, incorporando
l'Archetipo del Fuoco nel sangue familiare. Quando questa cosa successe, alcuni antenati,
prudentemente, abbandonarono il Culto della Fiamma e si ritirarono in un Feudo nel Sud
della Spagna. Lasciarono la Lampada Perenne ai familiari restanti, i quali erano incapaci
di abbandonare il Culto e conservarono la Spada Saggia, che per questi ultimi non
significava nulla. Naturalmente, coloro i quali rimasero in custodia della Lampada Perenne
continuarono ad essere Re o Sacerdoti perché il popolo era completamente dedicato al
Culto della Dea Belisana: quelli che si ritirarono, i miei antenati diretti, dovettero cedere in
cambio tutti i loro diritti sulla successione reale. Mantennero comunque, qualche potere
come Signori della Casa di Tharsis, vicino a Huelva, in Andalusia.
Fu allora che adottarono il Barbo Unicorno come simbolo della Casa di Tharsis. In
principio, rappresentavano quel pesce mitico sui loro scudi o nei blasoni primitivi, però nel
Medioevo, come si vedrà, fu incorporato allo scudo d'armi araldico di famiglia. Il barbo
Cavaliere, barbus eques, è il più conosciuto nei fiumi di Spagna, specialmente nell'Odiel
che scorreva a pochi metri da Tharsis; il pesce riceve questo nome dovuto a quattro
barbette che ha sulla mandibola inferiore, che è molto prominente. Quindi, il barbo al
quale si riferivano i Signori di Tharsis era un pesce provvisto di un corno frontale e cinque
barbette. Il mito che giustificava il simbolo affermava che il barbo, in movimento nel fiume
Odiel, era paragonabile all'Anima che transitava per il Tempo trascendente della Vita: una
rappresentazione del animale-uomo. Però i discendenti degli Atlanti bianchi non erano
come l'animale-uomo, infatti possedevano uno Spirito Increato incatenato in un’Anima
creata: allora il barbo non li rappresentava concretamente. Da lì l'aggiunta del corno a
spirale, che corrispondeva allo strumento impiegato dagli Dei Traditori per incatenare lo
Spirito Increato, vale a dire, alla Chiave Kalachakra; naturalmente, lo Spirito Increato non
era rappresentabile, e per questo si insinuava lasciando incompiuta, nelle
rappresentazioni del barbo unicorno, la punta del corno: più in là del corno, a una distanza
infinita, si trovava lo Spirito Increato, assurdamente relazionato con la Materia Creata. E la
barba del barbo, chiaramente, significava l'eredità di Navutan , il numero di Venus.
Naturalmente, i Signori di Tharsis proseguirono praticando il Culto a Belisana poiché, fino
a Lito di Tharsis, non ci fu nessuno che riuscì a comprendere la missione familiare e,
inoltre, poiché esso fu stabilito e sanzionato dalle leggi del mio popolo. In più, l'obiettivo
segreto della missione familiare spingeva inesorabilmente i suoi partecipanti a ricreare
spiritualmente l'Archetipo igneo e questo li contrassegnò con un'impronta inequivocabile:
acquisirono la fama di essere una famiglia di mistici e di avventurieri, e a volte di pazzi
pericolosi. E qualcosa di verità c'era in certe favole infatti quel Fuoco nel sangue, al
principio senza controllo, causava gli estremi più intensi della violenza e della passione: ci
fu chi sperimentò nella sua vita l'odio più terribile e l'amore più sublime che umanamente
si possa concepire; e tutta questa esperienza si condensava e sintetizzava nell'Albero del