IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 37

contenesse un giorno il Dio Creatore e l'Universo intero, per comprenderlo in seguito con il Simbolo della Origine! In altre parole, quello era come esigere, finalmente, la Più Alta Saggezza, il compimento del mandato degli Atlanti bianchi: comprendere il serpente, con il Simbolo dell'Origine! Non posso assicurarvi che questa proposta allucinante sia stata il prodotto della pazzia dei miei antenati o abbia ubbidito ad una ispirazione superiore, a una sollecitudine che gli Dei Liberatori fecero alla Stirpe: forse Essi sapevano dal principio che uno dei nostri sarebbe riuscito a compiere la missione familiare e si sarebbe risvegliato, come Guerriero Saggio, nel momento giusto in cui si fosse liberata, sulla Terra, la Battaglia Finale. Perché, se scartiamo un atto di pazzia dei Guerrieri Saggi e accettiamo che operarono con piena coscienza su quello che supponevano di raggiungere, non si spiega l'estrema difficoltà di una simile missione a meno che il suo compimento contribuisse alla Strategia della Guerra Essenziale e contasse nell'aiuto e nella guida invisibile degli Dei Liberatori. Forse, allora, gli Dei Liberatori volevano contare durante la Battaglia Finale su Iniziati capaci di affrontarsi faccia a faccia con loro ed avessero deciso di dotare certi lignaggi, come il mio, dello strumento adeguato per quello scopo, cioè, della comprensione dell'Archetipo degli Dei. Questa necessità si capisce per mezzo di un antica idea che gli Atlanti bianchi trasmisero ai Guerrieri Saggi del mio popolo: d'accordo a questa rivelazione, gli Dei Liberatori erano Spiriti Increati che esistevano liberamente al di fuori di ogni volontà materiale; però gli Spiriti incatenati alla Materia, nell'uomo-animale, avevano smarrito l'Origine, e con quello, la capacità di percepire l’Increato: potevano solo relazionarsi con il creato, con le forme archetipiche; per questo gli Dei Liberatori erano soliti impiegare "come vestito" alcuni Archetipi di Dei per manifestarsi agli uomini: naturalmente, certe manifestazioni avrebbero avuto luogo solamente di fronte agli Iniziati Iperborei, perché solamente gli Iniziati sarebbero stati capaci di trascendere "il vestito", le forme degli Archetipi creati e resistere "Faccia a Faccia" di fronte alle Presenze Terribili degli Dei Liberatori. Stando così, forse Essi avevano voluto che un Iniziato della mia Stirpe arrivasse un giorno, presumibilmente durante la Battaglia Finale, a mettersi in contatto con la Dea Iperborea che è solita manifestarsi attraverso Belisana, quella che gli Atlanti bianchi chiamano Frya e gli Antichi Iperborei Lillith. Qualunque fosse il caso, per pazzia o per ispirazione Divina, di sicuro il disegno di quella missione determinò che la nostra famiglia si consacrasse con ardore alla perfezione del Culto della Dea Belisana. Sicuramente questa dedizione così speciale alla pratica di un Culto sarebbe stata la nostra salvezza infatti, durante molte generazioni si credette che il nostro era un lignaggio di Sacerdoti: in verità, i primi discendenti della missione familiare non si sarebbero distinti molto dai più fanatici Sacerdoti adoratori del Fuoco. Tuttavia, con il passare delle generazioni, nacquero membri che penetrarono molto di più nell'essenza dell'igneo. La Dea Belisana era rappresentata, nel Culto primitivo, dalla Fiamma di una Lampada Perenne degli Atlanti scuri. Le Lampade Perenni le avevano cedute i Sacerdoti per sigillare le alleanze di sangue fra i membri del popolo del Patto Culturale e del Patto di Sangue, e, come il mezzo magico sicuro per imporre il Culto sopra la Saggezza. In questo modo, tra gli iberici del mio popolo, un Guerriero Saggio contrasse l'unione con una principessa iberica, che era anche Sacerdotessa della Culto alla Dea Belisana e ricevette come dote quella lampada con la Fiamma che non si spegneva mai. Assurdamente, la mia