IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 36

alla perfezione archetipica e lo sforzo di migliaia di antenati si è condensato nella vostra persona: la dolcezza cercata si trova nel suo Cuore. A Voi tocca dare l'ultimo passo della trasmutazione, per ricreare questo zucchero archetipico nello Spirito e comprenderlo con il Simbolo dell'Origine. Però non sono io quello che deve parlarvi di questo, infatti i vostri antenati si presenteranno un giorno, tutti insieme, e vi reclameranno il compimento della missione. Quinto Giorno Adesso, dopo averle comunicato questi imprescindibili antecedenti, entrerò nel pieno della storia della mia famiglia, dottor Siegnagel. La medesima che, come ho anticipato, discende direttamente dagli Atlanti bianchi e, chiaramente, dagli Antichi Divini Iperborei. Migliaia di anni fa, anche gli iberici furono vittima di questa Fatica di Guerra che stava causando una amnesia generalizzata tra i discendenti degli Atlanti bianchi. In principio ammorbidì l'austerità dei costumi e permise che le abitudini urbane dei popoli del Patto Culturale si confondessero con il modo di vita strategico: quella penetrazione culturale ebbe un'incidenza decisiva nella demoralizzazione del popolo, nella perdita della suo stato di allerta guerriera. In seguito si strinsero le alleanze di sangue che, insieme all'inganno che soffrivano gli ultimi Guerrieri Saggi, resero concreta l'illusione della pace, della ricchezza, della comodità, del progresso ecc. Logicamente, insieme ai Principi e alle Principesse dei popoli del Patto Culturale, giunsero i Sacerdoti ad imporre i loro Culti agli Dei Traditori ed alle Potenze della Materia. I Guerrieri persero così la loro spiritualità, conobbero il timore e specularono sul valore della vita: sarebbero stati ancora capaci di combattere, però solo fino al limite della paura, come gli animali; e, naturalmente, si sarebbero resi "timorosi degli Dei", rispettosi della loro Volontà Suprema, che nessuno avrebbe osato sfidare; già non avrebbero alzato gli occhi dalla vista della terra, né avrebbero cercato l'Origine. D'ora in poi solamente gli Eroi sarebbero stati protagonisti di quelle gesta che i guerrieri adesso non osavano realizzare: che triste luogo d'eccezione quello riservato agli Eroi, quando ai tempi degli Atlanti bianchi tutta la Razza era una comunità di Eroi. Il trionfo del Culto causò l'oblio della Saggezza. Lo Spirito si stava addormentando nel Sangue Puro e solo quei Guerrieri Saggi che ancora conservavano un resto di lucidità si affidarono al ricorso disperato di plasmare la "missione familiare". Nel caso della nostra Stirpe, dottor Siegnagel, la pazzia di riunire in una sola mano il Culto e la Saggezza condusse i miei antenati ad una demenziale proposta: stabilirono, come disegno della missione familiare,la perfezione del Culto. Voglio dire che la cosa da perfezionare non sarebbe stata per noi una semplice qualità, come il colore o il suono, ma il proprio Culto imposto dai Sacerdoti, il Culto ad una divinità rivelata dagli Atlanti scuri. E mi riferisco precisamente a Belisana, la Dea del Fuoco. Ma, ogni Culto è la descrizione di un Archetipo: la missione familiare esigeva, infatti, il demenziale obiettivo di perfezionare il Culto fino ad avvicinarlo al suo Archetipo, quello che, quindi,era una Dea, un Aspetto- Volto del Dio Creatore; e, come culminazione si ordinava ri-creare nello Spirito questo Archetipo, questa Dea e comprenderlo con il Simbolo Increato dell'Origine: quello era come pretendere che lo Spirito di un membro discendente dal lignaggio familiare