IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 32
cose erano perfezionate abbastanza per ricordare che si trattava di un popolo di
costruttori, dotati di abili artigiani; per comprovarlo non sarebbe bastato altro che
osservare la produzione delle armi, nella quale eccelsero sempre: queste sì, si
fabbricavano di quantità e qualità sempre crescente, essendo proverbiale il timore e il
rispetto causato da esse nei popoli del Patto Culturale che sperimentarono l'efficacia del
loro potere offensivo.
I popoli del Patto Culturale, contrariamente agli occupanti della terra, credevano nella
proprietà del suolo, amavano il mondo e si dedicavano al Culto degli Dei propiziatori: le
loro Culture erano sempre abbondanti nella produzione di utensili e articoli di lusso e
ornamentali. Tra loro si accettava che il lavoro della terra era disprezzabile per l'uomo,
anche se si praticava per obbligo: la loro miglior abilità era, in cambio, il commercio che
serviva per diffondere i loro oggetti culturali e imporre il Culto dei loro Dei. D'accordo alle
loro credenze, l'uomo doveva rassegnarsi alla sua sorte e cercare di vivere nel miglior
modo possibile in questo mondo: questa era la Volontà degli Dei, che non doveva essere
sfidata. E per compiacere questa volontà, la cosa corretta da fare era servire i suoi
rappresentanti sulla Terra, i Sacerdoti e i Re del Culto: i Sacerdoti trasmettevano al popolo
la Voce degli Dei e supplicavano gli Dei per la sorte del popolo; fermavano il braccio dei
Re troppo amanti della guerra e intercedevano per il popolo quando l'esecuzione delle
tasse diventava eccessiva; erano gli autori della legge e spesso distribuivano la giustizia;
che mali si sarebbero abbattuti sul popolo se i Sacerdoti non fossero stati lì per placare
l'ira degli Dei? D'altronde, secondo loro non era necessario cercare la Saggezza per
procedere culturalmente e raggiungere un alto grado di civiltà: bastava cercare la
perfezione della conoscenza, per esempio, bastava superare il valore utile di un utensile
per poi stilizzarlo fino a convertirlo in un oggetto artistico o di lusso. La Saggezza era
propria degli Dei e a essi irritava che l'uomo che invadesse il loro domini: l'uomo non
doveva sapere ma conoscere e perfezionare le cose conosciute, finché, al limite
dell'eccellenza della cosa, questa lo conducesse alla conoscenza di un'altra cosa
anch'essa da migliorare, moltiplicando in questo modo la quantità e qualità degli oggetti
culturali ed evolvendo verso forme sempre più complesse di Cultura e Civiltà. Grazie ai
Sacerdoti, perciò, che condannavano l'eresia della Saggezza,ma approvavano con
entusiasmo l'applicazione della conoscenza e la produzione di oggetti che rendessero più
piacevole la vita dell'uomo, le civiltà di costumi raffinati e lussi squisiti contrastavano
notevolmente con il modo di vita austero dei popoli del Patto di Sangue.
In principio questa differenza, che era logica, non causò nessun effetto nei popoli del Patto
di Sangue, sempre diffidenti da ciò che potesse debilitare il loro modo di vita guerriero:
una caduta si sarebbe prodotta, profetizzavano i Guerrieri Saggi, se avessero permesso
che le Culture straniere contaminassero i loro costumi. Questa certezza permise loro di
resistere durante molti secoli, mentre nel mondo crescevano e si estendevano le civiltà del
Patto Culturale. Nonostante tutto, con il correre dei secoli e per numerosi e diversi motivi, i
popoli del Patto di Sangue finirono per soccombere culturalmente di fronte ai popoli del
Patto Culturale. Senza entrare in dettagli, si può considerare che due furono le cause
principali di questo risultato. Da parte dei popoli del Patto di Sangue, una specie di fatica
collettiva indebolì la volontà guerriera: qualcosa di simile al sopore che per momenti suole
invadere le sentinelle durante un lungo turno di vigilanza; questa fatica, questo sopore,
questa debolezza indolente, li lasciò indifesi di fronte al Nemico. Da parte dei popoli del
Patto Culturale, invece, una diabolica Strategia, studiata e architettata dai Sacerdoti,