IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 26
Terzo Giorno
Il Patto Culturale sul quale gli Atlanti scuri basavano la loro alleanza, dal canto suo, era
essenzialmente differente dal Patto di Sangue. Quell'accordo si fondava sul sostegno
perpetuo di un Culto. Per maggior chiarezza, il fondamento dell'alleanza era costituito
dalla fedeltà indeterminabile a un Culto rivelato dagli Atlanti scuri; il Culto esigeva
l'adorazione incondizionata da parte dei membri dei popoli nativi verso un Dio e al
compimento della Sua Volontà, che si sarebbe manifestata attraverso i suoi
rappresentanti, la casta sacerdotale formata e istruita dagli Atlanti scuri. Non deve
interpretarsi con questo che gli Atlanti scuri iniziavano i popoli nativi al culto del loro
proprio Dio, infatti Essi affermavano di essere l'espressione terrestre di un Dio, che
era il Dio Creatore dell’Universo; essi, dicevano, erano consustanziali (che hanno una sola
e medesima natura e sostanza) con Dio e avevano un altro proposito da compiere sulla
Terra, a parte distruggere l'opera degli Atlanti bianchi: la missione consisteva nel creare
una grande civiltà dalla quale sarebbe nato, al Finale dei Tempi, un Popolo Eletto da Dio,
anch'esso consustanziale con Dio, al quale sarebbe stato concesso di regnare su tutti i
popoli della Terra;alcuni"Angeli", che i maledetti Atlanti bianchi denominavano "Dei
Traditori dello Spirito", appoggiavano, al contrario, il Popolo Eletto con tutto il loro Potere;
ma era scritto che quella Sinarchia non avrebbe potuto concretizzarsi senza l'espulsione
dalla Terra dei nemici della Creazioni, i quali osavano rivelare agli uomini i Piani di Dio, in
modo che essi si ribellassero e separassero dai Suoi progetti; sarebbe arrivata allora la
sostanziale battaglia Finale fra i Figli della Luce e i senza Figli delle Tenebre, vale a dire, a
quelli che adorasse Dio Creatore con il cuore e coloro i quali comprendessero il serpente
con la mente. Riassumendo gli Atlanti scuri, che "erano l'espressione di Dio", non
proponevano se stessi come oggetto del Culto né esponevano ai popoli nativi la loro
concezione di Dio, la quale si sarebbe ridotta a una "Auto-visione" nella quale il Dio
Creatore sperimenta dalla sua manifestazione attraverso gli Atlanti scuri: in cambio,
rivelavano ai popoli nativi il Nome e l'Aspetto di alcuni Dei celestiali, che non erano altra
cosa che differenti Volti del Dio Creatore, altre manifestazioni di Lui in Cielo; gli astri del
firmamento e ogni tipo di corpo celeste visibile o invisibile, rappresentava questi Dei. A
seconda della particolare psicologia del popolo nativo, sarebbe stato, allora, il Dio rivelato:
ad alcuni, più primitivi, sarebbe stato mostrato Dio come il sole, la luna, un pianeta o una
stella o una determinata costellazione; ad altri, più evoluti, sarebbe stato detto che in
questo o in quell’astro risiedeva il Dio nel suo Culto. In questo caso, erano autorizzati a
rappresentare Dio mediante un feticcio o idolo che simboleggiasse il Volto occulto, quello
con il quale i sacerdoti lo percepivano nella Sua residenza astrale. In ogni caso, che Dio
fosse un astro, che esistesse dietro un astro, che si manifestasse nel mondo circostante,
nella Creazione intera, negli Atlanti scuri o qualunque altra casta sacerdotale, il
materialismo di somigliante concezione è evidente: nel poco tempo che si approfondisce il
nesso, risulterà evidente la materia, inserita sempre come estremo reale della Creazione,
se non come la sostanza stessa di Dio, costituendo il riferimento naturale degli Dei, il
supporto essenziale dell'esistenza Divina.
È innegabile che gli Atlanti scuri adoravano le Potenze della Materia infatti tutto quello che
per loro era sacro, quello per esempio che segnalavano ai popoli nativi del Culto, si
fondava sulla materia. In effetti, la santità che si otteneva dalla pratica sacerdotale