IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Seite 227

sua Spada volitiva, cercando allo stesso tempo che il colpo rispondesse Alla Più Alta Strategia Iperborea. Bonifacio VIII non perde altro tempo. Decide di applicare sul Re di Francia, e in forma estesa a chiunque osasse imitarlo, il prestigio universale della Chiesa Cattolica. Da questo prestigio nasce il principio di obbedienza all’autorità del Papa, alla quale fino ad allora nessuno aveva osato disobbedire senza subire sanzioni severe nel loro stato religioso, quando non castighi di tipo più concreto. L'appello a una crociata per salvaguardare la Religione Cattolica trovava le più fervide adesioni, metteva in movimento migliaia di fedeli; ed era solo un mandato papale, un ordine obbedito per rispetto alla Santa Investitura del suo emittente. Non era forse il momento giusto per applicare tale prestigio contro questo piccolo re ribelle, che osava interferire nei piani centenari della Chiesa Golen? Peraltro Bonifacio VIII non prendeva in considerazione, nel valutare la forza di quel prestigio, di quella reputazione, né la recente perdita di Terra Santa, né la Crociata fallita contro Aragona, né la presenza Aragonese in Sicilia, né l’estrema debolezza che la guerra contro la Casa di Svevia aveva prodotto nel Regno Germanico, né la quasi assenza dell'Impero, ad eccezione del titolo che ancora si concedeva ai Re germanici, etc. Nulla di tutto ciò prese in considerazione quando decise di mettere alla prova Filippo IV attraverso la Bolla Clericis Laicos del 24 Febbraio del 1296. In essa si proibiva, sotto la pena di scomunica, che tutti i principi secolari chiedessero o ricevessero sovvenzioni straordinarie dal clero; ai chierici, per parte loro, fu vietato di pagarli, se non autorizzato diversamente dalla Santa Sede, sotto la stessa pena di scomunica. Si correva così l’assurdo rischio che un vescovo fosse scomunicato, non solo per cadere nell'eresia, ma anche per pagare una tassa. Non vi scapperanno, dottor Siegnagel, le connotazioni ebraiche che esistono dietro a tale mentalità avida e avara. La reazione di Felipe IV fu conseguente. Riunì in Francia un'assemblea di Vescovi per discutere la Bolla Clericis Laicos, nella quale accusò coloro che la obbedivano di non contribuire alla difesa del Regno e quindi di essere soggetti all'accusa di tradimento: il Diritto Romano era in opposizione, ormai, al Diritto Canonico. Mandò alcuni vescovi leali e ministri a Roma per discutere la questione con il Papa, mentre incoraggiava segretamente i Colonna a rafforzare il partito ghibellino. Tuttavia, oltre a prendere queste misure, fece qualcosa di molto più efficace: il 17 agosto emise un editto che proibiva l'esportazione di oro e argento dal Regno di Francia; un altro editto reale proibiva ai banchieri italiani che operavano in Francia di accettare fondi destinati al Papa. In questo modo per il Papa fu impossibile ricevere le rendite ecclesiastiche dalla Chiesa di Francia, inclusi dai suoi stessi feudi. Bonifacio VIII, ovviamente, non si aspettava un simile colpo dal Re francese. Filippo IV aveva esposto la nuova situazione al popolo per mezzo di bandi, libelli e assemblee